CETRARO (Cs) – É sempre più critica la situazione politico-amministrativa e finanziaria nel Comune di Cetraro dopo l’improvviso allontanamento del sindaco Ermanno Cennamo, fuori regione dal mese di aprile per curarsi da un brutto male. Nonostante sia fortemente debilitato nel fisico, da lontano segue con attenzione le vicende politiche della sua città che senza il suo comandante è ormai allo sbando.
L’esilio forzato nella città di Parma del primo cittadino e la dichiarazione di dissesto finanziario, che ha certificato il fallimento del Comune di Cetraro, i malumori nella maggioranza, hanno portato all’implosione della coalizione del sindaco “Cambiamo Cetraro”, uscita vittoriosa dalle amministrative del settembre 2020.
Una fine ingloriosa dovuta alla politica dei “giri di valzer” che ha cambiato gli equilibri nella stessa maggioranza portando al rafforzamento di Forza Italia.
Il partito di centrodestra, infatti, fa la parte del leone con cinque consiglieri: il vicesindaco Tommaso Cesareo, l’ex consigliera di minoranza Gabriella Luciani, Cristina Forestiero, Giovanna Esposito e Maurizio Iozzi.
Vicine al centrodestra anche l’assessore Barbara Falbo e l’assessore Laura Losardo, quest’ultima simpatizzante del gruppo Morrone di Fratelli d’Italia.
Nel centrosinistra in maggioranza ci sono il Pd, il partito del sindaco, insieme all’assessore Carmen Martilotta e alla consigliera Carmen Spaccarotella, e l’assessore Franco Lanza (Unità e Rinascita).
In minoranza i consiglieri: Giovanni Rossi (Cetraro Attiva), Lorena Matta (Noi Moderati), Benedetta Saulo (Psi), Giuseppe Aieta (Azione), Massimiliano Vaccaro (Italia Viva), Angelo Aita (Progetto e Sviluppo) presidente del consiglio comunale.
Una maggioranza traballate quella del sindaco che da mesi annaspa nel tentativo di rimanere a galla nonostante le difficoltà oggettive ti tenere in piedi la coalizione che nei fatti non esiste più.
Da mesi, infatti, si susseguono gli incontri tra i partiti di maggioranza e di minoranza nel tentativo di mettere una pezza ad una sintesi politica che dia stabilità governativa alla città, almeno fino alle elezioni del 2025 e continuare a portare a casa le indennità di sindaco e di assessore.
Da questo marasma è scaturita la richiesta della maggioranza, sostenuta dalla minoranza, affinché il sindaco azzeri la giunta per dare spazio a una coalizione di larghe intese, cioè aperta anche alla partecipazione dell’opposizione. Ma il sindaco, a sorpresa, ha gabbato tutti disponendo un finto azzeramento di giunta. Ha tolto tutte le deleghe a tutti gli assessori, avocandole a sé, compresa la presidenza del Flag a Gabriella Luciani, ma lasciando nell’esecutivo gli stessi assessori
Insomma, un’operazione politica in perfetto stile Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. E così è stato.
Il vicesindaco Tommaso Cesareo e gli assessori Franco Lanza, Barbara Falbo, e Laura Losardo, intascano ugualmente l’indennità assessorile senza però avere alcuna responsabilità di funzione. Una comoda situazione che va a discapito dei cittadini che non sanno più a quale assessore rapportarsi in caso di necessità visto che nessuno di essi ha più una delega specifica.
Una soluzione al caos politico-amministrativo arriva dalla maggioranza, prima sostenuta dalla minoranza, salvo poi essere bocciata dagli stessi proponenti e in particolare dal Pd: una giunta di soli assessori esterni. Formata cioè da soggetti non eletti alla carica di consigliere comunale. Un escamotage provvisorio per tagliare la testa al toro evitando di favorire questo o quel partito.
L’esecutivo di soli tecnici, scelti tra i soggetti più esperti ed eccellenti della città, dovrebbe aiutare e agevolare il lavoro della commissione per il dissesto, di prossimo arrivo in città, fino alla fine della consiliatura.
Proposta fortemente sostenuta dai consiglieri di minoranza e in particolare da Giuseppe Aieta che in un video postato sui social riprende l’argomento ed esorta il sindaco a scegliere il nuovo esecutivo tra i maggiori esperti della città sottolineando la necessità e l’urgenza di una tale scelta per il bene del paese.
Un’iniziativa sonoramente bocciata dai cetraresi che dal web, a gran voce chiedono che sia ridata la parola ai cittadini con nuove elezioni perché una giunta tutta di assessori esterni non rappresenta la volontà degli elettori ma solo quella dei partiti.
Una mossa astuta, da “volpone della politica” quella di Aieta che starebbe già tessendo la tela, fatta di alleanze, promesse e compromessi con i vari partiti e movimenti, finalizzata alla formazione di una coalizione che sostenga la sua nuova candidatura a sindaco alle comunali del 2025.
Coalizione in cui ci sarà, quasi certamente, anche l’attuale vicesindaco Tommaso Cesareo, esponente di una delle famiglie politicamente più forti di Cetraro e grande portatore di voti.
Lo ha dimostrato alle precedenti comunali con gli oltre 800 voti ottenuti che hanno permesso la vittoria di Cennamo (Cambiamo Cetraro con 3.241 voti) contro la lista Patto per il futuro con candidato a sindaco Angelo Aita rimasta a 2.558 voti sostenuta da Giuseppe Aieta. É, quindi fondamentale per Aieta avere Cesareo alleato e non di nuovo rivale.
Tornando alla proposta di una giunta di soli assessori esterni ci si chiede può il sindaco operare questa scelta? In base all’art. 47 del dlg 267/2000 comma 4 nei Comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti (quelli di Cetraro sono 9.357) la possibilità per il sindaco di nominare gli assessori esterni deve essere prevista dallo statuto comunale.
Quello di Cetraro, risalente al 2006, non è stato aggiornato alle successive leggi dello Stato, e all’art. 23 consente al sindaco di nominare due soli assessori esterni, su un totale di sette. Non prevede che tutta la giunta possa essere formata assessori tutti esterni al consiglio comunale.
In base alla legge n. 56/2014 (legge Delrio) comma 135, per i Comuni fino a 10.000 abitanti, come nel caso di Cetraro, il numero massimo di assessori è di quattro, (non più due) e quindi due assessori esterni e due interni.
Sempre secondo lo statuto gli assessori esterni “possono intervenire in consiglio comunale sulle deleghe loro assegnate e se chiamati in causa per fatti personali, ma non hanno diritto di voto”. Insomma, la realizzazione di una giunta fatta tutta di assessori esterni è sì possibile, ma a patto di una modifica dello statuto da parte del consiglio comunale. Vedremo cosa deciderà il sindaco.
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