LAMEZIA TERME – Confermato l’ergastolo per Luciano Scalise.
È quanto ha deciso la Corte di Cassazione al termine del processo “Reventinum” celebrato con rito abbreviato. La Cassazione ha dunque considerato «inammissibile il ricorso di Luciano Scalise» la cui condanna è ora definitiva.
Rigettati anche i ricorsi di Pino Scalise (cl. ’58), padre di Luciano (cl. ’78), condannato dalla Corte d’Assise d’Appello alla pena di 23 anni, 10 mesi e 20 giorni, ora definitiva. Stessa decisione per Andrea Scalzo (7 anni) e Mario Vincenzo Domanico (6 anni e 8 mesi di reclusione). Per un altro imputato, invece, Angelo Rotella, è stato disposto l’annullamento con rinvio alla Corte d’Assise d’appello per rideterminare la pena.
I due Scalise, stando alle accuse, considerati «esponenti di vertice dell’omonima cosca», sono i mandanti dell’omicidio dell’avvocato lametino, Francesco Pagliuso, ucciso la mattina del 9 agosto del 2016.
La Cassazione, dunque, ha confermato la tesi accusatoria secondo la quale Pino Scalise sarebbe protagonista avendo condotto l’avvocato Pagliuso, incappucciato, da Lamezia Terme in un bosco sul Reventino e qui di averlo legato e costretto ad ascoltare lamentele e rimostranze davanti a una buca scavata con un mezzo meccanico.