CATANZARO – «Calabria-Governo 2-0. Non è una partita di calcio, ma il risultato decretato dalla Corte Costituzionale che ha rigettato entrambe le impugnative di Palazzo Chigi contro le nostre due leggi regionali costruite con l’obiettivo di distribuire nuove licenze Ncc in Calabria per favorire la mobilità di cittadini e turisti».
Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
«Lo scorso 7 marzo avevamo vinto il primo tempo, con il via libera della Corte alla nostra prima legge», spiega il governatore.
Oggi il secondo round.
«La Consulta – nel giudicare la norma calabrese che prevede la possibilità di assegnare 200 nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente – ha sollevato davanti a sé la questione di legittimità costituzionale della legge dello Stato che regolamenta l’intero settore, e ancora una volta ci ha dato ragione. Il divieto di rilasciare nuove licenze Ncc è incostituzionale», ha detto Occhiuto.
«Questo divieto, si legge nella sentenza della Corte Costituzionale, ‘ha alzato una barriera all’ingresso dei nuovi operatori’, compromettendo gravemente ’la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea’.
La norma dichiarata illegittima dalla Consulta ha pertanto causato, in modo sproporzionato, ‘un grave pregiudizio all’interesse della cittadinanza e dell’intera collettività’.
I servizi di autotrasporto non di linea, infatti, concorrono a dare effettività alla libertà di circolazione, ‘che – viene sottolineato nella sentenza – è la condizione per l’esercizio di altri diritti, per cui la forte carenza dell’offerta’ – che colloca l’Italia fra i Paesi europei meno attrezzati al riguardo – generata dal potere conformativo pubblico ha indebitamente compromesso ‘non solo il benessere del consumatore, ma qualcosa di più ampio, che attiene all’effettività nel godimento di alcuni diritti costituzionali, oltre che all’interesse allo sviluppo economico del Paese’.
Siamo davanti ad una decisione storica e senza precedenti, che ammacca le corporazioni e che finalmente rende il mercato realmente libero a vantaggio dei cittadini e di chi vuole fare impresa», conclude Occhiuto.