REGGIO CALABRIA – Nei giorni scorsi Cosimo Sframeli passa il collare e il testimone a Caterina Festa, recente presidente e leader del Rotary club Reggio Calabria Est – A.R. 2024/2025.
Il Rotary incoraggia e incrementa le idee e l’azione del “servire”, inteso il motore di ogni attività. Professionisti che offrono e realizzano progetti di servizio a scopo umanitario, che con rigore impongono a se stessi il rispetto dei principi etici, che operano per la diffusione della pace tra i popoli della terra.
“La magia del Rotary” è il tema di quest’anno proposto dal presidente Rotary International Stephanie A. Urchick. “Pronti ad agire, orgogliosi di esserci”, è il motto del governatore del distretto 2102, Maria Pia Porcino. Modi e stili essenziali per vivere il Rotary.
Suggestiva e sobria cerimonia a Reggio Calabria, in “L’A Gourmet L’Accademia”, dove è stato scandito il passaggio del collare alla presenza del governatore Maria Pia Porcino, dell’assistente Simonetta Neri, del pdg Alfredo Focà, del pdg Luciano Lucania, dell’assistente Pasquale Giovine, dei presidenti e past president dei club della città di Reggio Calabria.
Il consiglio direttivo è così composto: Giuseppe Granata vicepresidente; Maria Carmela Chilà segretario, Elisabetta Marra prefetto; Sebastiano Germanà tesoriere, Giuseppe Squillace responsabile del Rotary Fondation.
Cosimo Sframeli, che ha condotto il club a eccellenti traguardi, nel suo discorso di commiato ha affermato: “Viviamo in territori e ambienti di frontiera costellati da intense battaglie, dove molteplici sono gli interrogativi e numerose le difficoltà convissute.
Rivolgo un ringraziamento a chi mi ha donato conforto, con spontaneità e solidarietà, assieme a slanci di generoso affetto, commuovendomi e inorgogliendomi. La musica della vita ci conduce alle persone amate, che hanno un volto e una bellezza. Continuo il cammino rotariano con sentimenti di profonda fierezza e convinzione”.
Ha sostenuto Caterina Festa nel suo discorso di investitura: «Viviamo in un eterno presente che ha abolito il tempo, le distanze e le emozioni, dove la noncuranza e il distacco conquistano, purtroppo, un ruolo preponderante. In questo scenario, qual è il nostro compito di rotariani, cosa possiamo e dobbiamo fare.
Non possiamo certo rimanere indifferenti, ma dobbiamo aprirci alla comprensione dell’altro, essere disposti a tenere conto delle esigenze altrui, interessandoci della vita delle persone più deboli. Ritengo che la cura dovrebbe essere la parola chiave di questo tempo. “I Care”, aforisma adottato da don Milani, non è un generico “mi importa”, ma un accorato “m’importa di voi”.
Quindi, un’azione progettuale rivolta alla valorizzazione e riscoperta delle ricchezze di questa terra, alla valorizzazione del prezioso patrimonio artistico, storico e culturale, al sostegno dell’imprenditoria locale, al recupero delle tradizioni e al riconoscimento dell’artigianato locale.
Iniziative a favore delle fasce di popolazione a rischio e di esclusione sociale, perché si diffonda e si radichi un atteso bisogno di cultura alla legalità in una zona considerata tra le più depresse d’Italia».