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Questura di Catanzaro: ecco la verità sulla morte di Pati, il cane amato da tutti

Responso del “Polo di Patologia Forense Veterinaria” di Reggio Calabria sull’esame autoptico del cane: accertato che le ferite sul corpo di Pati sono riconducibili a morsi di altri cani

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CATANZARO -Risale all’8 maggio la notizia della morte di Pati, il cane del quartiere Signorello di Catanzaro, considerato un membro della comunità e che viveva senza un padrone di riferimento, ma accudito da tutti, una vera e propria mascotte locale.

La notizia del cane trovato morto con numerose ferite ha fatto subito pensare ad un atto di brutale violenza nei confronti dell’animale, che ha suscitato la reazione di tante associazioni e cittadini scesi in piazza a manifestare.

La verità è arrivata dal “Polo di Patologia Forense Veterinaria” di Reggio Calabria, con il referto inerente all’esame autoptico del cane, che ha accertato che le ferite sul corpo di Pati sono riconducibili a morsi di altri cani.

Infatti, la sede e gli elementi anatomici delle ferite, in particolare “l’effetto iceberg” (caratteristica delle ferite da morso la cui gravità delle lesioni non è apprezzabile esternamente), si osservano normalmente nei cadaveri di cani morti dopo un’aggressione intraspecifica.

L’effetto iceberg è determinato dai canini del morsicatore che si conficcano profondamente nei tessuti dell’aggredito.

L’esito del referto non cambia il triste finale dell’amato Pati, ma perlomeno è stata fatta chiarezza sulla vicenda, escludendo la riconducibilità a mano umana della tragica morte.