REGGIO CALABRIA – È stata approvata durante l’ultima riunione del consiglio comunale reggino anche la proposta di mozione per il “Riconoscimento dello youth work, della figura dello youth worker, dell’educazione non formale”, presentata in aula dal consigliere Marcantonio Malara.
Nel suo intervento il consigliere, preliminarmente, ha dato atto del gran lavoro fatto «dalla VII commissione consiliare Istruzione, formazione, lavoro che si è relazionata con l’associazionismo, con le consulte. Da questo ascolto all’interno della commissione è nata la proposta che va a favore delle realtà giovanili, di chi ha scelto di impegnarsi da giovane per i giovani e per farne il proprio lavoro. Una figura che riguarda l’apprendimento non formale e tutte quelle azioni promosse per i giovani che aiutano le realtà giovanili a un confronto costante con la politica, le istituzioni, come nel caso nostro, l’ente comunale».
Lo youth work (animazione socio-educativa giovanile) è un termine ampio che riguarda tra l’altro anche la facilitazione della partecipazione attiva dei giovani e la loro inclusione nelle comunità e nei processi decisionali. La Regione Calabria ha adottato la legge regionale “Progetto giovani” 14 febbraio 2000 n.2, che tuttavia non menziona lo youth work e l’educazione non formale, e non sono seguiti regolamenti attuativi. Dunque la figura dello youth worker non è ad oggi riconosciuta dalla Regione Calabria, né inserita nel repertorio regionale delle qualifiche professionali come invece accade in altre regioni. Da qui l’importanza della decisione assunta nel civico consesso.
«La mozione – ha chiarito Malara – ha un grande valore perché interviene su un tema importante per chi si occupa di politiche rivolte ai giovani e per i giovani per chi insomma, di questo impegno ne ha fatto una ragione di vita e lavorativa. L’augurio è che con la mozione il sindaco possa avere la possibilità di interloquire con la Regione Calabria affinché possa essere accolta la specifica richiesta della figura dello youth worker. E, più in generale, possa esserci un’interlocuzione proficua per chiedere alla Regione una nuova legge regionale sui giovani che dia garanzie nella forma di partecipazione alla vita democratica della Regione e quindi dei Comuni interessati, perché i giovani non sono solo il presente, ma anche il futuro ed è giusto che siano dotati di strumenti che consentano di part i diritti e le istanze di partecipazione democratica alle scelte che riguardano il proprio territorio e loro stessi».