Home Calabria “Annunziata”, nuova tecnica chirurgica tutta italiana per pazienti sottoposti a tracheostomia

“Annunziata”, nuova tecnica chirurgica tutta italiana per pazienti sottoposti a tracheostomia

Prestigiosa pubblicazione internazionale sulla innovativa procedura chirurgica “dragon fly”, praticata dai due medici dell’ospedale di Cosenza: Sante De Santis e Stefania Galassi

677
0
Ospedale Annunziata di Cosenza

COSENZA – Risale a pochi giorni fa la prestigiosa rilevante pubblicazione internazionale di una nuova tecnica chirurgica tutta italiana ed in particolare di due medici che prestano servizio nell’ospedale “Annunziata” di Cosenza.

Si tratta, in particolare, del medico Sante De Santis, direttore facente funzione della unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria, e della sua collega Stefania Galassi, appartenente alla unità operativa complessa di Neuroradiologia.

Per meglio illustrare la nuova procedura chirurgica abbiamo sentito il nuovo e giovane primario facente funzioni, nominato da circa un anno dall’attuale direttore generale Vitaliano De Salazar.

La nuova tecnica è stata battezzata con il nome di “dragon fly” (libellula, ndr).

«Questa innovativa tecnica chirurgica validata da studio radiologico della trachea – argomenta il dottore De Santis – consiste nel passaggio di alcuni fili di sutura tra gli anelli tracheali nei pazienti sottoposti a tracheostomia, che consiste in una apertura della trachea effettuata nei casi di ostruzione delle alte vie aere o a livello cautelativo per proteggere le basse vie aeree da sanguinamento durante altri interventi.

Nel corso degli anni ci siamo accorti che nei pazienti in cui è necessaria la chiusura della tracheostomia tale procedura risulta generalmente mal tollerata e talvolta può provocare un restringimento della trachea con gravi ripercussioni.

Grazie a questa nuova tecnica, eseguendo alcuni passaggi al momento del primo intervento, la successiva chiusura della trachea risulta meglio tollerata dal paziente riducendo significativamente il rischio di restringimento e alterazione morfologica della trachea».

«Attualmente – prosegue Sante De Santis – lo studio riguarda circa 50 pazienti, ma ben presto arriveremo quasi al doppio visto gli ottimi risultati ottenuti e la collaborazioni con altri ospedali.

Il nome – rivela con un pizzico d’ironia il dirigente medico primario f.f. – mi è venuto in mente dal disegno lasciato dai fili che sembrano le ali di una libellula stilizzata.

Sono contento di aver ottenuto un così importante riconoscimento su una rivista internazionale e di aver ricevuto i complimenti degli editori stranieri che oltre a suggerirmi nuovi spunti su futuri lavori hanno espresso desiderio di mettere in pratica al più presto la mia nuova tecnica.

Questo ha dimostrato – conclude il direttore facente funzioni – come le buone idee possano essere portate avanti anche senza grossi finanziamenti dalla collaborazione multidisciplinare e come l’avvento dell’Università della Calabria e della nuova amministrazione all’AO “Annunziata” abbiano incentivato l’attività di ricerca».