COSENZA – La vicenda degli autovelox sequestrati dalla Procura di Coenza finisce all’attenzione della magistratura contabile ed il Codacons ha deciso di presentare un esposto alle Corti dei Conti di 10 regioni italiane (Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Basilicata, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia) nelle quali erano stati installati i dispositivi finiti al centro dell’inchiesta, volto a verificare possibili danni erariali per le casse pubbliche e ad accertare le relative responsabilità https://www.calabriainchieste.it/2024/07/29/sequestrati-rilevatori-di-velocita-dislocati-su-ss-107-sp-234-e-statale-106-delle-calabrie/.
«Il sequestro degli autovelox in tutta Italia da parte della Polstrada di Cosenza e ordinato dalla magistratura cosentina e le illegalità emerse nell’utilizzo degli apparecchi di rilevazione della velocità T-Exspeed V 2.0 – spiega il presidente Carlo Rienzi – porterà inevitabilmente ad una raffica di ricorsi da parte di chi ha ricevuto sanzioni ed è ancora nei termini per impugnare le multe, col rischio di condanna dei comuni al rimborso delle spese legali».
Ma anche «chi ha già pagato le contravvenzioni elevate tramite tali apparecchi, pur non potendo impugnare le sanzioni, può attivarsi per tutelare i propri diritti e, una volta concluse le indagini, agire per il risarcimento dei danni subiti».
I costi per le casse degli enti locali, «tra rimborsi agli automobilisti e mancate sanzioni legate allo spegnimento degli autovelox, potrebbero quindi essere ingenti, e ricadrebbero sulla collettività. Ricordiamo – spiega ancora Rienzi – in ogni caso che la velocità eccessiva è tra le prime cause di morte sulle strade italiane, ed è importante colpire con la massima severità i trasgressori, nel rispetto però delle leggi e ricorrendo a strumenti omologati e a norma».