COSENZA – In Italia l’estate 2024 è all’insegna delle tartarughe marine che tornano a nidificare sempre di più sulla costa della Penisola. La stagione 2024 si apre con boom di nidi nel Mediterraneo Occidentale: 404 quelli censiti a livello nazionale da maggio a luglio 2024, un numero destinato ad aumentare nelle prossime settimane e che già ha superato quasi del doppio la cifra rilevata lo scorso anno nello stesso periodo (248 nidi), complici i cambiamenti climatici e il surriscaldamento delle acque. Undici al momento le regioni della Penisola interessate da nidificazioni. A guidare la classifica delle regioni con più nidi di tartarughe marine sono quelle del sud Italia. In testa la Sicilia con 129 nidi, seguita da Calabria (107), da Campania (71), Puglia (61), Molise (1), Basilicata (5) e Sardegna (2). Bene anche le regioni del centro-nord, con la Toscana che registra 15 unità, mentre sono 9 i nidi nel Lazio, 3 in Liguria e 1 nelle Marche.

A fare un punto è Legambiente, che incrociando i dati puntuali sulle nidificazioni forniti da Tartapedia, in occasione della tappa di Goletta Verde in Puglia, ha presentato a Manfredonia, presso il Centro velico Gargano, il suo nuovo dossier “Il mondo delle tartarughe marine, tra un mare che cambia e interventi di conservazione” scritto in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn e nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest, finalizzato alla tutela dei nidi di Caretta caretta in Italia, Spagna e Francia.

La scelta di presentare il report in occasione della tappa di Goletta Verde a Manfredonia non è casuale. Si tratta di una tappa che si colloca esattamente a metà del periodo di nidificazione delle femmine di Caretta caretta. Inoltre, Manfredonia negli anni è diventata anche un fiore all’occhiello nella tutela delle tartarughe marine, grazie al prezioso lavoro portato avanti dal Centro di Recupero Tartarughe Marine di Manfredonia e da altre strutture che vedono in prima fila diverse associazioni, comunità locali ed enti lavorare insieme in sinergia.

“Se da una parte l’espansione dell’areale di nidificazione e l’incremento della presenza di Caretta caretta sono dovuti a fattori climatici – dichiara Stefano Raimondi, Responsabile Biodiversità di Legambiente  dall’altra hanno contribuito anche le azioni di conservazione della specie portate avanti da diversi progetti, tra cui i Life. Circa vent’anni fa, infatti, si sottolineava la mancanza sul nostro territorio di strutture e personale adeguato al recupero delle tartarughe, fattore che stava incidendo fortemente sulla mortalità post-cattura degli individui. Ad esempio, grazie a Life Tartanet, partito nel 2004, sono stati istituiti 5 nuovi centri. Anche grazie al progetto Tartalife, avviato invece nel 2013, sono stati istituiti nuovi centri di recupero e potenziati quelli esistenti, fino ad arrivare ad oggi, dove possiamo contare ben 38 strutture tra Centri di recupero e Centri di primo soccorso per le tartarughe marine sparsi in tutto il Paese”.  

L’aumento dei nidi di Caretta caretta in Italia è un fenomeno relativamente recente. Se fino a un decennio fa il sito riproduttivo di elezione di questa specie è sempre stato il Mediterraneo Orientale (Libia, della Grecia, della Turchia e di Cipro), negli ultimi due decenni, questa tendenza è cambiata e il numero dei nidi lungo le coste italiane, francesi e spagnole è cresciuto rapidamente, testimoniando un reale aumento delle femmine nidificanti.  

Un fenomeno dovuto, stando agli studi scientifici, anche al surriscaldamento delle acque. In particolare, nell’area mediterranea la temperatura delle acque superficiali è aumentata negli ultimi 25 anni di circa 1-2 gradi (raggiungendo in estate anche i 30 °C), mentre quella delle acque profonde è aumentata di 0,2 gradi.  

“Cresce il numero dei nidi censiti sulle coste Italiane – dichiara Sandra Hochscheid, Ricercatrice al Turtle Point della Stazione Zoologica Anton Dohrn – Sicuramente un risultato dovuto anche alla più intensa attività di monitoraggio e al lavoro di sensibilizzazione rivolto ai cittadini e agli operatori balneari, che segnalano le tracce o femmine in risalita sulle spiagge agli esperti. Un altro anno record che sembra superare i numeri dell’anno scorso, anche se la distribuzione per Paesi e regioni è diversa. Infatti, la Spagna al momento ha registrato 5 nidi e la Francia 3, dati probabilmente dovuti a temperature del mare più fredde che si sono registrate dall’inizio della stagione. In Italia invece, dove l’inverno è stato molto mite, soprattutto nel sud, le prime nidificazioni sono avvenute in anticipo, e si stanno già schiudendo le prime uova”. 

Minacce e Azioni di tutela con gli “Amici delle tartarughe”

Tra le principali minacce per le tartarughe marine ci sono anche le attività antropiche dato che le aree di nidificazione spesso coincidono con zone di turismo balneare che, se non opportunatamente gestito, rischia di compromettere la schiusa delle uova

. Per questo, Legambiente, nell’ambito del progetto Life Turtenest, sta promuovendo una serie di protocolli con i Comuni, le Aree protette e gli stabilimenti balneari. Si tratta degli accordi bilaterali “Amici delle tartarughe”, che forniscono linee guida specifiche finalizzate a ridurre le minacce e creare un ambiente più sicuro per la specie. Al momento sono 85 Comuni firmatari, 31 Aree protette e 115 lidi; un numero, quello degli stabilimenti, destinato a crescere grazie ai protocolli di intesa stipulati a livello nazionale, regionale e provinciale con FIBA, CNA e SIB.