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Isola di Cirella preda del turismo selvaggio, ambientalisti chiedono tutela habitat marino

«Quotidiano assalto piratesco e premeditato all’Isola di Cirella con yacht grandi e piccoli, barche a motore, moto d’acqua, inquinamento e strappando piante di Posidonia»

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DIAMANTE (Cs) – “L’isola di Cirella non è un acquapark”. E’ lo slogan delle associazioni ambientaliste dell’Alto Tirreno cosentino che in segno di protesta contro il turismo marino selvaggio che sta minacciando l’habitat naturale dell’isola e quello marino hanno chiesto l’intervento delle istituzioni a tutela dell’isola.

In particolare le seguenti associazioni ambientaliste: Comitato difesa ambiente Diamante e Cirella, Italia Nostra Alto Tirreno cosentino, Legambiente Riviera dei Cedri, Vas Tirreno cosentino, associazione Artemis di Grisolia, I giardini di Eva, Mediterranea Media, Come può uno scoglio arginare il mare, Amici di San Nicola Arcella hanno inviato una missiva alla Guardia Costiera di Maratea, al sindaco del Comune di Diamante, al commissario del parco Marino riviera dei cedri in cui chiedono:

“La realizzazione di campi boa che consentano un regolare ancoraggio senza arrecare danni agli habitat marini, un intervento immediato che allontani dall’isola i mezzi a motore inquinanti, ed impattanti sui fondali, metta in sicurezza la torre e ripulisca dai rifiuti l’intera isola”.

La richiesta nasce dal “quotidiano assalto piratesco e premeditato all’Isola di Cirella – fanno sapere le associazioni ambientaliste – area protetta all’interno del Parco Marino della Riviera dei Cedri, da parte di yacht grandi e piccoli, barche a motore, moto d’acqua che stazionano davanti l’isola producendo rumori, inquinamento e strappando piante di Posidonia con i propri ancoraggi vietati dall’ordinanza numero 2 del 14 agosto del commissario per i Parchi Marini regionali dott. Greco”.

Inoltre, “le moto d’acqua rappresentano anche un serio pericolo per coloro che si recano all’isola con pedalò, sup surf e barche a remi, e gente che vi arriva a nuoto. L’isola stessa – concludono le associazioni ambientaliste – sotto la torre è piena di rifiuti di ogni genere e la stessa torre è pericolante e andrebbe ristrutturata perché non crolli miseramente”.

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it