PAOLA (Cs) – Crisi politica e amministrativa, crisi idrica e mancata convocazione del consiglio, caos conti pubblici comunali e tanto altro sono oggetto di una impietosa analisi della dottoressa Emira Ciodaro a poche ore di distanza dal consiglio comunale delle sorprese, con le dimissioni di un altro assessore e la fuoriuscita di un consigliere comunale dalla maggioranza.

La consigliera Emira Ciodaro, tra l’altro, sottolinea con forza, circostanziando i fatti, la presunta incapacità del sindaco e del presidente del consiglio ad assolvere ai propri ruoli, ricordando che «i cittadini sono rimasti senz’acqua per settimane, costretti a pagare i costi di servizi sempre più inefficienti, per colpa di amministratori incapaci di trovare valide soluzioni ai problemi».

Ma andiamo con ordine. Ecco l’analisi della dottoressa Ciodaro sulla assemblea pubblica di ieri:

«Una seduta di Consiglio Comunale politicamente significativa, nel corso della quale, abbiamo assistito alle dimissioni dell’ennesimo assessore, il quarto in ordine temporale, nonché all’esame di provvedimenti poco coerenti e niente affatto definitivi».

CONTI IN ROSSO, MANOVRA SBALLATA, FUTURO INCERTO

«Persistente incertezza circa la effettiva consistenza della massa passiva, continua emersione di debiti fuori Bilancio, disavanzo di competenza di considerevoli dimensioni, spesa corrente fuori controllo, Piano di Riequilibrio in alto mare, i pareri dei Revisori e dei Responsabili finanziari dell’Ente rilasciati tutti con riserva e tutti con la stessa motivazione “a condizione che si realizzi una effettiva riduzione della spesa corrente ed un aumento delle entrate correnti a copertura dei 4.5 milioni di euro richiesti dalla Corte dei Conti in sostituzione del Fondo di Rotazione”.

Da tenere presente che siamo a quattro mesi dalla fine dell’esercizio e da questa manovra di assestamento, varata a maggioranza, è emerso esattamente il contrario, nessun risparmio di spesa, nessuna indicazione in merito a possibili soluzioni circa il Piano di Riequilibrio, previsioni in aumento delle entrate correnti basate su maggiori introiti che dovrebbero arrivare dai proventi per violazione del Codice della Strada, un assai discutibile ricorso all’avanzo 2023, a risorse di parte capitale ed al Fondo rischi.

Piani di ammortamento di debiti fuori Bilancio, ai sensi dell’art.193 del Tuel, il cui ammontare, sommato con quello in crescita della spesa corrente, crea una differenza in negativo di oltre 2.6 milioni di euro.

In definitiva, la manovra si è rivelata inadeguata rispetto alle effettive necessità finanziarie dell’Ente. A conferma, il fatto che la ricerca di reali e credibili coperture è affidata ad una manovra successiva, da approntare ed approvare entro la fine dell’anno, che da un lato dovrà rivedere quella varata nell’ultimo Consiglio, dall’altro, mettere in campo risorse per oltre 4.5 milioni di euro, in ottemperanza alle richieste della Corte dei Conti.

Qualora le soluzioni di modifica del Piano di Riequilibrio non dovessero soddisfare le richieste della Corte, ci toccherebbe fare i conti con una massa debitoria che potrebbe superare i 25 ml di euro.

Parallelamente alla crisi economico finanziaria, come fulmine a ciel sereno, abbiamo assistito al dipanarsi di una altrettanto grave crisi politica, infatti, alle dimissioni dell’assessore dr. Pasquale Filella, è seguita la dichiarazione di fuoruscita del collega Marco Minervino dal Gruppo Consiliare, che fa capo proprio al Sindaco Politano, il quale piuttosto che tentare di capire e chiarire, ha manifestato tutta la sua “felicità” per le decisioni assunte dai due dimissionari.

Parimenti, nessun chiarimento da parte del Sindaco in merito alle accuse mosse, sia da componenti politiche interne alla sua stessa maggioranza, secondo cui avrebbe predisposto decreti di nomina illegittimi, sia da parte di funzionari interni all’Ente, i quali hanno chiaramente scritto che talune Deliberazioni di Giunta, contenenti indirizzi specifici rivolti ai Responsabili dei vari Settori, sarebbero privi di copertura e gli obbiettivi affidati difficilmente perseguibili.

Rispetto ad una manovra di assestamento, varata nonostante i pareri rilasciati con riserva, sia da parte dell’Organo di Revisione, che dal Responsabile del Settore finanziario, accertato il rinvio ad una successiva manovra, il giudizio dei Consiglieri di minoranza non poteva che essere negativo e concludersi con un voto contrario.

Impossibile nascondere la delusione per il mancato raggiungimento di obbiettivi, che tutti insieme ci eravamo dati, in occasione della prima proposta di Piano Finanziario, ex art.243 Bis del Tuel: scongiurare il dissesto evitando provvedimenti lacrime e sangue per i contribuenti.

Questa la ragione per la quale ci saremmo aspettati un intervento di grande spessore da parte del Sindaco, e non la solita retorica autocelebrativa, pur in presenza dell’ennesimo fallimento.

Il Sindaco non ha esposto alcuna controdeduzione rispetto rispetto alla presunta incompatibilità di un suo assessore, si è comportato come se l’accaduto non riguardasse la sua funzione. Ancora più grave, a mio parere, il silenzio rispetto ai rilievi di taluni Responsabili di Settore, sempre nominati con decreto sindacale.

MANCATA CONVOCAZIONE CONSIGLIO SU CRISI IDRICA

Non sono mancate critiche e censure al comportamento del Presidente del Consiglio, da parte di tutti i Consiglieri Comunali di minoranza, circa la mancata convocazione, regolarmente richiesta e puntualmente evasa, di un Consiglio Comunale, con all’ordine del giorno la grave emergenza idrica che ha investito la Città di Paola.

Un Presidente del Consiglio incapace di garantire i diritti delle minoranze, preoccupato solo di proteggere sé stesso e le fazioni a suo sostegno, non può essere certo considerato super partes.

Conclusa la discussione dei punti all’ordine del giorno, il Presidente, nonostante i richiami dei Consiglieri di minoranza al rispetto del Regolamento, ex art.41 comma 6, autorizza arbitrariamente la Relazione dell’Assessore di riferimento sull’emergenza idrica.

A questo punto, i Gruppi di minoranza, quale forma di protesta, sia per la mancata convocazione del Consiglio sull’emergenza idrica, sia per la ulteriore violazione del Regolamento, hanno abbandonato l’aula.

Dopodiché, l’Assessore al ramo si è esibito facendo ricorso ad una reprimenda, dai contenuti inverosimili, stracolma di attacchi nei confronti dei predecessori e per nulla rispettosa dei cittadini, vittime innocenti di amministratori incapaci di qualunque autocritica, bravi solo a richiamare inesistenti responsabilità altrui, al solo scopo di nascondere la loro incapacità di risolvere i problemi e la loro scarsa conoscenza del territorio.

PROGETTI E FINANZIAMENTI PER MILIONI DI EURO RICEVUTI IN EREDITA’

Una vera e propria arrampicata sugli specchi, quella dell’Assessore, il quale, sopraffatto dal senso di colpa per i diffusi disservizi causati alla cittadinanza, ha tentato in tutti i modi di allontanare responsabilità che inevitabilmente gravano in capo a chi oggi ha il compito di amministrare Paola».

«Peraltro, accuse rivolte a predecessori che hanno avuto il solito merito di lasciare in eredità, per ammissione del medesimo Assessore, progetti e finanziamenti per milioni di euro.

Incomprensibile il “sorrisetto” sornione del Sindaco, quasi a commento dell’operato dell’Assessore al ramo, chiaramente intento ad allontanare ogni responsabilità e pronto a scaricare l’ennesimo collaboratore, lasciandolo in balia dei propri errori. Senonché, tanto per rinfrescare la memoria, il programma elettorale della sottoscritta poneva al primo punto, emergenza idrica e sanità pubblica.

Non richiamava responsabilità altrui, solo proposte finalizzate a superare i problemi, che non sono facilmente irrisolvibili. Rispetto alla questione idrica, impegnava la sua compagine a risolvere e non tamponare, ad affrontare i problemi senza giustificazioni, e poi poneva una importante distinzione tra “sorgenti e ricerca di vene ricchissime, presenti sul territorio comunale” per nessuna ragione saremmo arrivati con “un tubo” in Consiglio Comunale, simbolo evidente del fallimento di quest’Amministrazione.

Dopo due lunghi anni di gestione Politano, infatti, ci saremmo aspettati un progetto di ammodernamento e messa in sicurezza, già finanziato, dell’intera rete di distribuzione dell’acqua potabile e non la semplice rivendicazione di interventi che dovrebbero essere di ordinaria manutenzione che fatti per tempo avrebbero evitato mesi di rovinosi disagi.

Disarmante constatare come sia così facile trovare il coraggio di vantarsi di spese effettuate e di progetti pensati e finanziati dai predecessori, peraltro, in loro assenza, fatti oggetto di critiche pretestuose.

Quella di Politano è oramai un’amministrazione allo sbando, spiazzata dalla gravità dei problemi, incapace di affrontarne la portata e di valutare il da farsi, rabbiosa contro chiunque tenta di difendere i cittadini, vittime di tanta incompetenza.

I cittadini sono rimasti senz’acqua per settimane, costretti a pagare i costi di servizi sempre più inefficienti, per colpa di amministratori incapaci di trovare valide soluzioni ai problemi», conclude Emira Ciodaro.