REGGIO CALABRIA – Anni di violenze e prevaricazioni nei confronti della moglie, in molti casi anche davanti ai loro figli, uno dei quali minore e poi anche quella minaccia rivolta alla donna: ‘ti sciolgo nell’acido’.
Un cinquantaquattrenne è stato arrestato dai carabinieri a Reggio Calabria, in esecuzione di un ordine di carcerazione a seguito della condanna a due anni e sei mesi di reclusione.
L’uomo è accusato di avere perseguitato la consorte con maltrattamenti e abusi reiterati nel tempo dopo che lei gli aveva manifestato l’intenzione di separarsi.
Già dal 2001, secondo quanto emerso dalle indagini, la donna era costretta ad avere a che fare con un incubo fatto di violenze verbali, epiteti irripetibili, minacce di morte e ingiurie continue messe in atto dal marito nei suoi confronti e anche nei confronti dei figli maggiorenni che spesso erano intervenuti in sua difesa.
Tutte circostanze che avevano costretto lei e i ragazzi a vivere in un perenne stato di terrore costringendoli anche a modificare le loro abitudini.
Una situazione diventata con il tempo insopportabile, soprattutto per la donna e che, nell’estate dello scorso anno, l’ha portata a compiere una scelta decisiva: esasperata e preoccupata per quanto stava avvenendo ha infatti trovato il coraggio di denunciare il marito consentendo ai carabinieri, a cui si era rivolta, di ricostruire, pezzo per pezzo, un quadro di ripetuti episodi di violenza. Ed è in questo contesto, secondo quanto emerso dalle indagini che l’uomo l’ha minacciata di scioglierla nell’acido.
In seguito alla denuncia, lei ha poi deciso di lasciare la casa familiare, cercando rifugio da parenti e cambiando frequentemente luogo di soggiorno per sfuggire alla furia di chi, non accettando la separazione, ha intensificato la sua condotta violenta, trasformandosi in un vero e proprio stalker.
Da qui una sequela di litigi per futili motivi, schiaffi e percosse. In un’altra circostanza emersa dalle indagini, il marito-aguzzino si è anche presentato armato di coltello nell’abitazione dei suoceri facendo così scattare da parte dei carabinieri l’applicazione del “Codice Rosso” attivato proprio allo scopo di garantire la massima protezione alla vittima e ai suoi figli.
Già nello stesso mese di agosto del 2023, il cinquantaquattrenne era stato sottoposto agli arresti domiciliari con il divieto assoluto di contattare la famiglia, ma l’evoluzione del procedimento penale ha reso necessaria l’ulteriore misura della carcerazione.