Home Cronache Il cantante neomelodico Benincasa: «Ma quale mafia? Io inneggio all’amore»

Il cantante neomelodico Benincasa: «Ma quale mafia? Io inneggio all’amore»

Replica dell'artista sul concerto di Cetraro: «Ciò che mi fa sentire bene è la gente a cui insegno, tramite le mie canzoni, che si deve abbandonare la brutta strada per imboccare quella buona»

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CETRARO (Cs) – «Ma quale mafia? I messaggi che io lancio sul palco inneggiano all’amore che, a mio avviso, è la cosa più bella del mondo. I miei brani sono testi rimodernizzati risalenti a 15 anni addietro, che nulla hanno a che vedere con la mafia.

Io sono un padre di famiglia, un lavoratore che offre, attraverso l’arte, consigli ai giovani d’oggi: imboccate sempre la strada buona».

Salvatore Benincasa, cantante neomelodico originario di Rocca di Neto, parla su Calabria Inchieste per fare luce sul caso del concerto di Cetraro, a poche ore di distanza dall’articolo apparso in esclusiva sul nostro giornale (https://www.calabriainchieste.it/2024/08/17/cantante-che-inneggia-ai-clan-si-esibira-a-cetraro-nel-giorno-in-cui-si-onora-losardo/)

«Fin da quando avevo dodici anni, ho lavorato, cantando in numerosissimi matrimoni, nelle piazze, svolgendo numerose serate artistiche anche a favore della chiesa», aggiunge il cantante neomelodico calabrese, «ma sempre e solo riportando le sventure degli altri, ossia intervenendo con opera artistiche rivisitate che, alla fine, lanciavano un messaggio positivo a tutti.

Non ho mai detto che la mafia è bella», evidenzia con forza, ripercorrendo la stessa versione dei fatti degli organizzatori dell’evento (https://www.calabriainchieste.it/2024/08/17/concerto-cantante-neomelodico-gli-organizzatori-cantera-canzoni-che-non-hanno-nulla-a-che-fare-con-la-mafia/#google_vignette).

E aggiunge: «Il concerto di Rocca di Neto non è stato annullato dal questore, ma non si è tenuto solo perché la Chiesa, non riuscendo a pagare la prestazione artistica, ha ritenuto di dover disdire la serata. Nessun questore mi ha mai detto di non cantare perché io inneggio alla mafia. Non è mai successo che le forze dell’ordine sono salite sul palco dicendo che dovevo scendere perché offrire messaggi distorti».

Secondo il cantante, dunque, vi sarebbe un «allarme ingiusto e ingiustificato» verso la sua espressione artistica. E di ciò ne è convinto anche il suo avvocato, Giuseppe Fabio Cacciatore, che lo segue dal punto di vista legale.

«Contro di me – aggiunge – in tanti hanno agito con invidia. Il 28 luglio scorso a Crotone ho fatto il concerto e la questura ha visionato i testi delle mie canzoni. Erano presenti agenti della questura durante l’evento e mi hanno fatto anche i complimenti.

Perché – mi chiedo – a Crotone posso cantare, così come a Reggio, mentre a Cosenza e Vibo mi hanno annullato i concerti? Glielo dico io. Hanno frainteso i messaggi da me elaborati a livello artistico, i comitati organizzatori hanno avuto paura per gli articoli di stampa e molte feste di piazza sono state disdette.

Io ho due bambine a casa e faccio lavorare una decina di persone che suonano con me, che devo fare? Così mi rovinano. E comunque non è solo una questione di soldi. E’ soprattutto un fatto professionale. La musica la amo ce l’ho nel sangue. Ciò che mi fa sentire bene è la gente a cui insegno, tramite le mie canzoni, che si deve abbandonare la brutta strada per imboccare quella buona», conclude Benincasa.