CATANZARO – «Sull’ipotesi di un parco eolico off-shore nelle acque del golfo di Squillace, la città di Catanzaro, capoluogo della Calabria, ha fatto sentire forte e chiara la sua voce già alla fine del 2023. Lo ha fatto con un pronunciamento unanime della sua massima assemblea elettiva, il Consiglio Comunale che ho l’onore di presiedere. Catanzaro ha detto no, senza se e senza ma, approvando una risoluzione che impegna sindaco e giunta affinché il comune di Catanzaro si ponga come capofila di una serie di azioni mirate a manifestare una posizione di esplicito dissenso rispetto al progetto, coinvolgendo i Comuni interessati dal progetto stesso e nell’ottica di costruire un fronte comune che miri a tutelare, valorizzare e rispettare le sensibilità e le peculiarità di tutti i territori coinvolti».
Lo scrive in una nota Gianmichele Bosco, presidente del civico consesso, aggiungendo che «rispetto a quella posizione politica, espressa con nettezza dall’Aula, non si vedono ragioni per fare passi indietro. Il tema delle energie alternative ed ecosostenibili, tema imprescindibile e necessario sul piano generale – continua Bosco – in Calabria, tuttavia, ha preso un piega che non ci piace affatto».
L’ipotesi di fare «della nostra regione un hub energetico si è trasformata, in assenza di politiche serie a difesa degli interessi collettivi, in un saccheggio indiscriminato del territorio nell’interesse privato di pochi, che ora guardano anche allo sfruttamento della risorsa mare».
Come al solito, «chi sa fiutare il business è venuto qui, sapendo anche di poter trovare terreno favorevole per fare e disfare a suo piacimento, come è sempre accaduto in passato. Ma questo non è più accettabile ed è opportuno che si sappia».
E, ancora: «I nostri beni paesaggistici e ambientali, al pari di quelli storici, architettonici, archeologici – scrive ancora il presidente del Consiglio comunale – sono ricchezza e vanno difesi e valorizzati, opponendo le nostre ragioni a quelle di chi già oggi li sta fortemente compromettendo».
E, poi: «Abbiamo le colline disseminate in maniera scriteriata di impianti mostruosi; sono a rischio i nostri parchi montani, come dimostra la prima pala che da qualche tempo fa bella mostra di sé in Aspromonte. Ora si vorrebbe anche aggredire il mare. Tutto questo senza la Calabria e i calabresi possano dire di averne tratto almeno qualche utile. Tutto questo senza che, come è avvenuto in altre regioni, chi ci governa ai massimi livelli elettivi abbia battuto ciglio».
Infine: «Gli uccelli di rapina arrivano qui e, parafrasando una canzone di Piero Ciampi, prendono, portano e sotto il nostro naso spediscono altrove l’energia, nel silenzio e la complicità pressoché generali, al netto dei movimenti di base che si stanno meritoriamente contrapponendo a quello che succede».
Ebbene «noi invece il ciglio intendiamo batterlo eccome e continueremo a impegnarci per fermare lo scempio; continueremo a lavorare per fare rete istituzionale e politica e dare forza e voce ai cittadini di cui siamo rappresentanti e che vogliono chiudere una volta per tutte la stagione della rassegnazione, dell’accondiscendenza e della testa china di fronte alla potenza e alla capacità di persuasione del capitale e dei suoi interessi».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it