MILANO – Resta in carcere Andrea “Berro” Beretta, l’ultrà della Curva Nord dell’Inter ritenuto responsabile dell’omicidio di Antonio “Totò” Bellocco, classe ’88, discendente dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Rosarno, avvenuto la mattina del 4 settembre scorso davanti alla palestra “Testudo” di Cernusco sul Naviglio.
Per il gip di Milano, infatti è “verosimile il pericolo di fuga, con la possibilità che lo stesso, senza sottoposizione a misura alcuna, possa tentare di sottrarsi alle conseguenze della sua condotta”.
Senza escludere, inoltre, “anche il timore di eventuali ritorsioni per il fatto commesso, nel peculiare contesto della vicenda, elementi che costituiscono un motivo ragionevole di fuga sulla base di criteri di comune esperienza”.
Infine, tale possibilità era resa ancor più concreta, dalle possibilità “garantite a Beretta dall’ampia rete di contatti a sua disposizione e connesse alla sua attività di esponente di spicco della tifoseria nerazzurra”.
Il provvedimento restrittivo, dunue, in tale contesto appare “legittimo, sia sotto il profilo della sussistenza di un serio e concreto pericolo di fuga del suo responsabile”; sia perché “c’è il serio e concreto pericolo che l’indagato, in stato di libertà, possa influenzare eventuali testimoni o trovare nuove occasioni per commettere altri delitti di matrice violenta per proseguire la faida che ha dato origine alla presente vicenda. D’altra parte, le difficoltà dello stesso di controllare, in determinate circostanze, impulsi aggressivi e violenti o anche solo di contenere comportamenti antigiuridici emerge dalla lettura dei suoi precedenti penali e di polizia”.
La prima ricostruzione dell’omicidio di Bellocco, stando alle indagini, vede Andrea Beretta, all’interno della palestra “Testudo” di Cernusco sul Naviglio ad allenarsi; alle 10.44 arriva Bellocco a bordo della sua Smart, entra nell’edificio ed esce nuovamente insieme ad altri soggetti ma solo Bellocco e Beretta salgono a bordo della Smart bianca, mentre gli altri due uomini rientrano nell’edificio. Poi, la situazione prcipita: l’auto in retromarcia fuori controllo e la marcia in avanti. Beretta esce dall’auto dal lato conducente, resta fuori 10 secondi e rientra, solo con il busto, all’interno della Smart, dal lato passeggero, dove sembra prima riporre un oggetto e poi percuotere evidentemente Bellocco ancora all’interno del veicolo, fino al nuovo intervento di un amico uscito dalla palestra che fatica ad allontanarlo.
Nel corso dell’interrogatorio davanti ai PM, Beretta ha confermato di aver ferito mortalmente Bellocco con in coltello, e ha anche confermato di essere proprietario della pistola sequestrata, sebbene utilizzata contro di lui proprio dal Bellocco appena prima dell’azione omicidiaria.
Domani, è prevista l’autopsia proprio sul corpo della vittima