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Uil Fpl chiede le dimissioni al sindacalista scomodo Luigi Adele

Il rappresentante della Rsu, Luigi Adele: «La richiesta di dimissioni è inaccettabile, è un attacco alla democrazia sindacale». A chi ha dato fastidio l'attivissimo esponente sindacale?

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PAOLA (Cs) – Il rappresentante della Rsu e dirigente della Uil Fpl di Cosenza, Luigi Adele, interviene con una nota stampa in cui rigetta la richiesta di dimissioni, a lui inoltrata dallo stesso sindacato, dopo una serie di “episodi surreali” che lo vedono coinvolto all’interno dell’organizzazione sindacale.

«La richiesta di dimissioni è inaccettabile – tuona il dirigente sindacale –  è un attacco alla democrazia sindacale»

In particolare, Adele si dichiara «sconcertato dalla richiesta di dimissioni ricevuta dopo aver, semplicemente, svolto il proprio ruolo di rappresentante dei lavoratori, chiedendo trasparenza e rispetto delle regole. Difendere i lavoratori e chiedere il rispetto delle regole – accusa Adele – sembra essere diventato un reato in questa Uil.

Una personale richiesta di ottenere copia dei verbali e l’impegno costante nel difendere i diritti dei lavoratori hanno portato a un attacco personale da parte di un dirigente appena arrivato nella Uil, durante una riunione presso l’Asp di Cosenza».

Il dirigente sindacale denuncia anche «la mancanza di solidarietà da parte dei segretari della Uil, in particolare del segretario della Camera sindacale Uil, Paolo Cretella, il quale, pur conoscendo bene il lavoro e l’impegno del dirigente cosentino, avrebbe liquidato la vicenda con superficialità».

«Resto basito – dichiara Adele – un paradosso la richiesta di dimissioni rivolta a chi ha contribuito a vincere le elezioni della Rsu dell’Asp di Cosenza, ottenendo quotidianamente il consenso di centinaia di lavoratori».

Adele si domanda «perché le dimissioni non sono state chieste a chi, invece, ha infangato l’onore e la reputazione di iscritti e dirigenti onesti all’interno dell’organizzazione. Basta guardare le cronache regionali per vedere episodi scandalosi: furbetti del cartellino, condanne per diffamazione e concorsi chiacchierati».

La situazione solleva «gravi interrogativi sul futuro della difesa dei lavoratori e sulla credibilità della Uil come sindacato che dovrebbe garantire trasparenza e giustizia – conclude Adele – Se questa è la Uil  del nuovo corso, c’è da essere fortemente preoccupati».