COSENZA – Per la morte di Antonio Ruperti, il 16enne morto il 9 del 2023 in un tragico incidente stradale nel quartiere di Torre Alta in centro di Cosenza, dopo aver impattato con la moto contro un’auto della Polizia, è stato chiesto il rinvio a giudizio per G.M. e V.D.F. Il primo, era alla guida della Jeep Renegade in dotazione alla Polizia di Stato, ed avrebbe omesso di rallentare senza concedere la precedenza al mezzo (una moto Aprilia Pegaso 650) sul quale si trovava la giovane vittima.
V.D.F. invece, avrebbe affidato il mezzo a due ruote, privo di assicurazione al minore che ha perso la vita. L’incidente si verificò a settembre dello scorso anno a Cosenza, all’incrocio tra Via Benito Falvo e Via Martorelli. Secondo quanto reso noto dalla questura il ragazzo indossava il casco ma non aveva la patente di guida. La moto era anche sprovvista di copertura assicurativa e di revisione. Dopo l’impatto con la vettura, il 16enne venne sbalzato contro il muro di una palazzina. Morì la sera stessa all’Annunziata di Cosenza. Sulla vicenda vi furono molti interrogativi, tanto che la famiglia del ragazzo presentò una denuncia. Per loro il figlio venne speronato dall’auto della polizia.
La Procura della Repubblica di Cosenza iscrisse nel registro degli indagati il poliziotto che quel sabato si settembre era alla guida dell’auto di servizio che poi impattò contro la motocicletta. Vennero anche decisi alcuni accertamenti tecnici non ripetibili sul luogo dell’incidente. Nella relazione del perito incaricato falla Procura, vi furono due variabili principali nel tragico incidente: l’automobile che impegna l’incrocio «in modo imprudente» e la motocicletta «che procede a velocità troppo elevata». Elementi che portarono ad un concorso di colpe.