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Per il revisore dei conti il piano economico del comune guardiolo è un “Libro dei sogni”

Tre consiglieri di minoranza: «È l’anticamera del dissesto. Incapacità politica di dare le linee guida, ”disorganizzazione amministrativa che conduce ad un default dell’Ente” ormai difficilmente recuperabile»

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Il Comune di Guardia Piemontese

GUARDIA PIEMONTESE (Cs) – Un “libro dei sogni”. Parola del revisore unico dei conti, fonte autorevole e qualificata. E’ questa, secondo il gruppo politico di minoranza La Città del Sole, la definizione che il tecnico ha dato del piano economico del Comune.

Tanto che ora i consiglieri comunali Antonella D’Angelis, Andrea Muglia e Francesco Pietramala si dicono «molto preoccupati per la situazione finanziaria del nostro Comune».

«Non si intravede un futuro tranquillo, anzi al contrario – denunciano – si prospettano tempi bui per il comune e per tutti i cittadini. Se siamo arrivati a questo punto ci troviamo davanti a responsabilità tecniche e responsabilità politiche.

Nella giornata odierna si è svolto il consiglio comunale per discutere dell’approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, del bilancio di previsione 2024-2026 e relativa variazione.

«Anche oggi – commenta la minoranza – la maggioranza Rocchetti procedeva, come da prassi, ad approvare sia il punto n. 1 che il punto n.2 con parere non favorevole del revisore dei conti.

A “copertura” dell’approvazione del piano di riequilibrio le controdeduzioni della dott.ssa Tiziana Nigro che sono arrivate puntualmente la mattina, portate in consiglio direttamente dal presidente Carlo Pisano, non presenti pertanto negli atti del consiglio e non richieste da nessun consigliere.

Come mai in ogni approvazione di bilancio giungono all’ultimo momento le controdeduzioni? È nella prassi abituale che un responsabile finanziario contraddica non uno, ma due revisori dei conti, sostenendo il contrario dello stesso?

Forse è nella prassi solo del comune di Guardia Piemontese, dove le azioni trovano una matrice univoca tra apparato burocratico e politica. Ma andiamo nel merito, il disavanzo complessivo dell’Ente è pari ad euro -3.571.903,76, il valore dei debiti fuori bilancio è di euro 1.624.773,86.

Tra i debiti fuori bilancio riportiamo quelli con Calabra Maceri e Servizi S.p.A. equivalenti a euro 195.016,41, Regione Calabria Rifiuti per euro 111.473,52, creditori Hera Comm S.p.A., Servizio Elettrico Nazionale, Enel Energia Sp.A., Enel Sole S.p.A. per euro 1.217.284,36.

L’organo di revisione, in merito alle previsioni di entrata relative al Piano di risanamento, ritiene le misure non attendibili, esprimendo scetticismo in particolare per le soluzioni di maggiori entrate. Il revisore definisce il Piano il libro dei sogni ed esprime parere non favorevole in relazione alla idoneità delle misure individuate.

Anche al punto 2. Bilancio di previsione 2024.2026-Variazione ai sensi dell’articolo 175 del D.Lgs. n. 267/2000 il revisore esprime parere non favorevole evidenziando le gravi criticità finanziarie che si estrinsecano in consistenti debiti fuori bilancio ed in un disavanzo di amministrazione di euro 3.571.903,76.Tra alcune delle misure di risanamento vengono identificate: incremento gettito imu ed imposta di soggiorno, alienazioni e valorizzazioni patrimoniali, un piano di taglio boschi, sanzioni del codice della strada con installazione di tutor, aumento della tariffa del settore idrico, introiti parcheggi e passi carrabili.

Il revisore in merito all’evaso continua dicendo che è difficilmente recuperabile senza azioni nello specifico. Sicuramente, non possono essere quelle enunciate nel documento redatto dalla Responsabile del servizio finanziario dove richiama quanto segue: “……di affidare tutte le attività inerenti bonifica ed aggiornamento banche dati, accertamento, riscossione, rettifica e monitoraggio a soggetti esterni cercando di garantire una continua e costante attività di supporto formativo ai dipendenti del settore tributi, proprio in vista di un controllo generale sull’evaso”.

Ciò sembra in contrasto con i cosiddetti “soggetti esterni”, mai controllati nella riscossione e con livelli di riscossione stessa ridotti ai minimi termini nonché con incassi di tributi vetusti.

È l’anticamera del dissesto, dissesto causato dall’incapacità politica di dare le linee guida e riportando le parole del revisore “dalla disorganizzazione amministrativa che conduce ad un default dell’Ente” ormai difficilmente recuperabile».