NUORO – Un uomo, Roberto Gleboni, ha compiuto una strage familiare a Nuoro, in due diverse abitazioni. Poi si è tolto la vita. Gli omicidi sono avvenuti a colpi di arma da fuoco intorno alle 7 di oggi, 25 settembre. Il bilancio sarebbe di tre morti: oltre all’omicida, le vittime sono la moglie e la figlia maggiore della coppia. Feriti gli altri due figli, entrambi minorenni: uno di loro sarebbe in condizioni disperate. Molto gravi anche un vicino di casa della famiglia e l’anziana madre di Gleboni, tutti ricoverati all’ospedale San Francesco di Nuoro.

Il femminicidio, poi la strage: cosa è successo

La prima parte della strage è avvenuta in via Ichnusa, a Nuoro. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, Gleboni avrebbe aperto il fuoco sulla moglie Giusi Massetti, casalinga, 43 anni, e sulla figlia Martina, 25 anni, uccidendole. Secondo alcune fonti, l’assassino e Massetti erano in via di separazione. Non risultano, al momento, pregresse segnalazioni o denunce di violenze in ambito familiare.

Dopo aver colpito i suoi familiari, Gleboni ha sparato anche a un vicino di casa (che secondo alcune fonti era anche il proprietario dell’abitazione in cui la famiglia risiedeva): Paolo Sanna, 59 anni. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, i due si sono incontrati casualmente sul pianerottolo. L’uomo sarebbe in fin di vita.

In seguito, il forestale si sarebbe recato nell’abitazione della anziana madre, Maria Esterina Riccardi, in via Gonario Pinna e le avrebbe sparato alla testa: la donna, 84 anni, è gravemente ferita.

Infine, Gleboni si è tolto la vita.

Chi era Roberto Gleboni

Roberto Gleboni aveva 52 anni ed era un dipendente di Forestas, il servizio forestale dei parchi della Sardegna. Era anche un sindacalista e faceva parte del direttivo territoriale e regionale del Fais. Avrebbe sparato con una pistola semiautomatica regolarmente detenuta per uso sportivo.

«Era un operaio forestale, guidava i mezzi», racconta di lui uno dei vicini di casa, Armando Lodi, interpellato dall’Ansa. «Questa mattina io non ho sentito niente, stava tuonando», ha aggiunto.

Ritrovata la pistola

La pistola usata da Gleboni per compiere la strage – ritrovata dalle forze dell’ordine in via Pinna, nella casa della madre di lui – è una calibro 7,65. Come detto, era detenuta regolarmente: l’uomo era un appassionato e possedeva il porto d’armi.

La laurea di Martina e la dedica ai genitori

La figlia più grande di Gleboni e Massetti, Martina, si era laureata nel 2022 e nella dedica della sua tesi di laurea aveva indirizzato un pensiero proprio al padre, definito «l’amore più grande della mia vita».

Le forze dell’ordine

Sul posto sono intervenute le ambulanze del 118, la Polizia e i Carabinieri, allertati da altri vicini di casa. Le forze dell’ordine stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto. In mattinata c’è stata anche una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocata dalla prefetta Alessandra Nigro (cprriere della sera).