La sede comunale di Cariati

CARIATI (Cs) – «Che l’Esecutivo Minò non brilli per trasparenza amministrativa, per chiarezza di visione e obiettivi e per coerenza tra gli annunci e la realtà era e resta un punto fermo. Ma si raggiunge l’inverosimile anzi il tragicomico quando ci si avvicina, per quel che si può, a ciò che gli attuali amministratori provano a definire turismo. Perché qui si raggiunge, se possibile, il massimo della confusione, del mistero, della non trasparenza negli atti pubblici e soprattutto dello spreco di risorse pubbliche per mero intrattenimento destinato ai residenti fatto passare per marketing territoriale».

E’ quanto denuncia il movimento politico l’Aternatica c’è che chiede conto e ragione all’amministrazione comunale sugli eventi estivi.

Partiamo dai numeri, «sia quelli relativi alla spesa e sia quelli dei presunti risultati ottenuti, i primi tenuti nascosti alla città, i secondi del tutto inesistenti. Quanto ha speso complessivamente la Giunta Minò per tutto ciò che essi definiscono programmazione turistica ma che, lo ripetiamo, è soltanto intrattenimento sociale per quanti già si trovano a Cariati, residenti e ospiti e concentrato per lo più in pochi giorni tra luglio e agosto?».

E quando «diciamo complessivamente, ci riferiamo a tutte le spese dirette ed indirette, quelle strumentali per intenderci, quelle relative a palchi, service, noleggi e servizi vari connessi alla realizzazione effettiva degli eventi e che, da quanto emerge dai pochi atti comunali ancora disponibili, vengono previsti e saldati con determine e liquidazioni, del tutto sganciate dalle voci di spesa del cosiddetto turismo. C’è un numero di cui rendere edotti i contribuenti? La Città deve sapere quanto spendono anzi quanto sprecano Minò & assessori per ciò che loro chiamano turismo: quanto ha speso per l’estate 2023 e quanto per quella appena conclusasi. È un dovere rendicontarlo. Senza nascondersi».

E sempre per restare ai numeri, «l’Amministrazione Comunale è in grado di fornire dati certi ed ufficiali, inoppugnabili, relativi ad esempio all’eventuale aumento o decremento dei pernottamenti prodotti dalla propria presunta programmazione turistica o dalle proprie presunte iniziative di marketing territoriale, di cui invero non vi è traccia? Altrimenti, parlare di programmazione di successo o dare i numeri, non essendo fondato su nulla, è offensivo dell’intelligenza comune».

C’è, ad esempio, «un dato certo ed ufficiale relativo alla previsione della tassa di soggiorno e della sua eventuale riscossione nel 2023 e per gli ultimi mesi estivi e, quindi, un rendiconto o un piano per il reinvestimento di quelle entrate nello stesso settore turistico, per come prevede la legge?».

Inoltre, «Sindaco e delegato al ramo sono in grado di indicare alla città se e come hanno ritenuto di investire in eventuali strumenti di marketing territoriale e di promozione della Città fuori dai confini regionali e nazionali e, se sì, quale sarebbero gli esatti contenuti prodotti per identificare da gennaio a dicembre con quegli strumenti scelti, l’esatta destinazione Cariati?».

Forse «la destinazione dell’International Street Food sul Lungomare che anche quest’anno è stato promosso e sostenuto dalla Giunta Minò, non soltanto a danno di tutta la rete commerciale e della ristorazione locale ma in aperta incoerenza con tutte le continue dichiarazioni sulla invocata necessità di promuovere l’identità enogastronomica cittadina, territoriale e regionale? Ma come?».

Oppure, forse «si vuole promuovere e destagionalizzare la destinazione con i costosi concerti alla moda (uguali ovunque) e di qualche ora, dei quali ad oggi non si conosce neppure l’esatta fonte di finanziamento pubblico (Regione, Comune, Flag di cui lo stesso Minò è Presidente) e che hanno tenuto esclusa, nel 2023 come anche quest’anno, quella Cittadella Fortificata Bizantina che per la Regione Calabria è un Marcatore Identitario Distintivo, che dovrebbe essere l’unica icona turistica vendibile per l’intera attrattività di Cariati 365 giorni l’anno e che invece gli esperti comunali di turismo, in primis l’assessore al centro storico che nessuno vede mai nelle mura, relegano a periferia dello show business agostano?».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it