PAOLA (Cs) – Il giovane esponente provinciale del Pd, in area La Migliore Calabria, bacchetta il suo partito a livello nazionale e i rappresentanti calabresi sul mondo del lavoro, alla luce del Ddl Lavoro promosso in questi giorni dal Governo Meloni.

«Il PD negli ultimi anni ha vissuto una crisi esistenziale senza precedenti – tuona Cupello – su certe latitudini sembra che di tutto si occupi tranne che di temi centrali che un partito di centrosinistra dovrebbe avere a cuore, ad iniziare da quello del lavoro.»

«Quello che emerge da Roma ha dell’incredibile – continua il dem – il Governo Meloni, con il suo DDL Lavoro giunto alla Camera, ha demolito una delle maggiori tutele previste dalla Legge Fornero e poi confermate dal Jobs Act, ovvero il contrasto alle cosiddette ‘dimissioni in bianco’, un licenziamento mascherato che dà maggiore discrezionalità al datore di lavoro.

In sintesi, come accadeva in passato, un lavoratore che viene mandato via a voce potrà essere accusato di essersi dimesso, tutto con una semplice comunicazione all’Ispettorato.

Insomma, pensiamo all’ipotesi in cui ci venga detto ‘o fai così o te ne vai, anzi prendi le tue cose e vattene’, io lavoratore obbedisco e dopo 10 giorni mi trovo ‘dimissionato’ anziché ‘licenziato’, perdendo quindi tutte le tutele previste in caso di licenziamento» Spiega Aldo Maria Cupello.

«Tutto ricade sul lavoratore, che dovrà provare con ogni dettaglio e mezzo la realtà dei fatti – aggiunge – Come se non bastasse, dando un’occhiata alle ultime pagine del DDL Lavoro (1532-bis 2024), davanti all’ipotesi di un’assenza prolungata per più di 15 giorni da parte del lavoratore, il datore di lavoro potrà considerare interrotto il rapporto di lavoro per volontà del dipendente. Ennesimo potere sconsiderato che aumenta il dislivello tra lavoratore e datore di lavoro».

«Il PD in Regione Calabria, con i propri rappresentanti, non ha detto una parola. Eppure, ricordiamolo, l’art. 117 della nostra Costituzione prevede che, tra le competenze concorrenti, la Regione possa – anzi debba – impegnarsi a garantire la ‘tutela e la sicurezza del lavoro’.

Sarebbe carino, quindi, che i nostri deputati regionali contemplino anche questa battaglia nella loro agenda politica. Bene temi come la cittadinanza, autonomia differenziata o salario minimo, ma che salario vogliamo garantire se dall’oggi al domani potremmo essere ‘dimissionati’ come se niente fosse?» fa presente Cupello.

«L’invito è a collaborare e a farsi sentire lasciando un segno in positivo», conclude il paolano Aldo Maria Cupello.