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Nasce la mensa dedicata a Maria Chindamo. Fornirà pasti caldi agli alunni di Limbadi

«La Regione promette ma poi non trova i fondi per sostenere il progetto». Un traguardo importante quello raggiunto all’Organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate”

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LIMBADI (Rc) – Nasce a Limbadi la mensa dedicata a Maria Chindamo per dare un pasto caldo e genuino agli alunni delle scuole del comune dell’entroterra Vibonese. Un traguardo  raggiunto all’Organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate”.

Ecco di seguito l’intervento a firma di don Ennio Stamile apparso il 9 ottobre scorso su Noi di Calabria.

«Un traguardo importante quello raggiunto all’Organizzazione di volontariato “San Benedetto Abate” proprio nella giornata del 9 ottobre, a Limbadi. 

Su uno dei beni confiscati gestiti dalla stessa Associazione è stata realizzata una mensa dedicata alla memoria di Maria Chindamo, per dare un pasto caldo e genuino agli alunni delle scuole del comune dell’entroterra Vibonese e nei prossimi anni, anche a quelli dei comuni limitrofi.

Un po’ di genesi storica è importante per comprendere la portata dell’evento. In molti si ricorderanno dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini che, giunto a Limbadi nel giugno del 2019, consegnava ufficialmente le chiavi al sottoscritto per la gestione di 4 immobili confiscati al clan Mancuso (il cui bando andava per ovvie ragioni deserto) e di come lo stesso Ministro prometteva sostegno di ogni genere (anche economico) alla nostra Associazione. Promessa non mantenuta, ovviamente.

Ad alcuni rappresentanti delle Istituzioni interessa, oltre alle solite passerelle politiche, risolvere i problemi scaricandoli sugli altri. L’ex Ministro non è stato il solo a promettere e non mantenere.

Promesse non mantenute

Anche il Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, che ci ha sempre ricevuto con la massima disponibilità, ha mostrato particolare sensibilità verso questi beni.Diverse sono state le proposte presentate, tra queste, anche il progetto intitolato “Tutti inclusi” che presenta una proposta di reinserimento lavorativo per ex detenuti, immigrati e persone fragili, attraverso laboratori vari, tra i quali anche quello di cucina. Dopo diversi incontri, quando sembrava si fossero rintracciate anche le risorse economiche per poterlo realizzare, con tanto di assicurazione di alcuni dirigenti, ci comunicano che i fondi non c’erano. Intanto come Associazione avevamo già investito circa 20.000 euro per realizzare la mensa.Stessa sorte per un altro progetto sempre da realizzare sui beni confiscati: un Osservatorio sulla Sanità in Calabria, incontri con il Presidente, con il sub-Commissario alla Sanità, alla fine nulla di fatto. Finalmente a maggio di quest’anno troviamo una ditta che era interessata al servizio ed a concludere i lavori per sistemare tutte le attrezzature che intanto l’A.C.I. ci aveva gentilmente donato avendo dismesso l’Hotel ACI di Cirella. Se non che la stessa Ditta con la quale avevamo sottoscritto un contratto di locazione non ha partecipato al bando indetto dal Comune per l’affidamento del servizio.

L’impegno del Comune

Grazie al tempestivo intervento dell’Amministrazione Comunale di Limbadi, che attraverso il suo sindaco Pantaleone Mercuri, ci ha sempre supportato, sostenuto ed incoraggiato e che ha concluso i lavori di posa in opera delle attrezzature, si è potuto finalmente arrivare a raggiungere l’obbiettivo. Tutto ciò non ci meraviglia più di tanto, siamo in Calabria. In questa amara Terra si fa una gran fatica a comprendere che ci sono giovani che volontariamente da Cetraro vanno a Limbadi per gestire beni confiscati alla mafia semplicemente perché, nonostante tutto, pur non credendo alle solite promesse politiche… credono nella forza delle idee.