COSENZA – «A Mormanno è andato in scena il Pd che tutti vorremmo. Dare continuità a quel profilo, sul nostro territorio provinciale, richiede però una svolta politico -organizzativa della presenza del Pd».
E’ quanto sostengono Giuseppe Ciacco, capogruppo Pd Provincia di Cosenza e Francesco Alimena, capogruppo Pd comune di Cosenza.
«È perciò auspicabile – si legge ancora nella nota stampa – che la conferenza programmatica, proposta ieri dalla neonominata segreteria provinciale del Pd di Cosenza, sia intesa in maniera coerente con quanto deliberato dalla Direzione regionale del partito calabrese che, nella riunione svoltasi a Lamezia Terme lo scorso 8 luglio, ha deciso lo svolgimento, in ogni provincia della Calabria, della Conferenza organizzativa del partito».
Anche perché «non vorremmo, che si facesse confusione e si creasse disorientamento tra gli iscritti e militanti. Certamente si tratta di indicare contenuti ed obiettivi da porre a base di un confronto programmatico, ma soprattutto, e ancor più di fronte alla specificità della crisi che vive il partito cosentino, non può essere rimossa la necessità di affrontare le gravi criticità organizzative».
Non sfugge «a nessun dirigente di partito che la stessa decisione di tenere le conferenze provinciali organizzative è stata una risposta di mediazione prima di tutto alla richiesta di commissariamento della federazione di Cosenza, che settori del partito avanzavano al tempo della autosospensione di Vittorio Pecoraro da segretario provinciale».
Da quella data ad oggi «abbiamo assistito al proverbiale “quieta non movere”. Pecoraro non ha ritenuto opportuno convocare l’assemblea provinciale eletta dal congresso per spiegare le ragioni della sua autosospensione, né le motivazioni che lo hanno convinto a continuare nella funzione. Tutto ciò nonostante non sia stata prodotta alcuna azione interruttiva di una crisi che mina profondamente l’insediamento organizzativo ed elettorale del Pd nella provincia di Cosenza».
Persino l’assemblea provinciale «non si convoca da due anni e nel mentre è in atto una fuga silenziosa di massa dal partito. Sono ormai ridotti al lumicino i circoli territoriali effettivamente funzionanti. Si è, inoltre, in presenza di una drastica riduzione del numero degli iscritti al partito provinciale. Non è casuale che la federazione non fornisca dati ed informazioni sull’andamento del tesseramento, sin dalla conclusione di quello relativo all’ anno 2022».
Sarebbe «un paradosso non convenire con la necessità di una conferenza anche e soprattutto di tipo organizzativo, dal momento che, caso unico in Italia, lo svolgimento della vita democratica del partito é privo di un regolamento, dopo che la Commissione di garanzia regionale del Pd ha disposto la revoca dello statuto provinciale, perché in contrasto con le norme statutarie regionali e nazionali. Non si può andare avanti in maniera inerziale».
Continuando così «ci si trova difronte ad una eutanasia sgovernata del partito. Non sono stati semplici incidenti di percorso la chiusura della federazione, con tanto di porta sbarrata e distacco della luce, per l’intera durata della campagna elettorale alle recenti elezioni europee, la mancanza assoluta di una linea politica e di una guida nella organizzazione delle ultime elezioni amministrative».
Ogni circolo «è stato abbandonato a se stesso con il risultato di una improvvisata o rabberciata presenza del Pd nella competizione elettorale. Clamorosa, nei giorni scorsi, la vicenda per il rinnovo del direttivo del Consiglio Arrical che ha visto Pecoraro intento a nominare la sua segreteria proprio nel pieno dello svolgimento delle elezioni senza mai avere la preoccupazione di fornire come federazione un sostegno ai sindaci chiamati ad esprimere il loro voto».
Va dato esclusivamente merito «ad alcuni circoli territoriali che si sono adoperati per la raccolta delle firme contro l’autonomia differenziata e per l’organizzazione delle feste dell’ unità, altrimenti dalla federazione di Cosenza l’estate militante non sarebbe stata percepita a nessuna latitudine. La necessità di convocare una conferenza organizzativa, anche attraverso un confronto su linee politiche e contenuti di programma, che abbia l’ambizione di ricostruire il partito, non solo è opportuna, dunque, ma assolutamente prioritaria».
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