CATANZARO – «C’è un accordo quadro sottoscritto nel 2022 dalla Regione Calabria e dalla forze sindacali nel quale è scritto a chiare lettere che il fondo regionale avrà natura dinamica delle economie anche in conseguenza delle fuoriuscite, di qualsiasi natura, dei lavoratori e che gli stessi soldi saranno redistribuiti sulla platea residua del bacino dei precari calabresi».

Ecco perchè «la motivazione addotta dal presidente della seconda commissione, Antonio Montuoro, nel corso del licenziamento del bilancio di assestamento non ci convince e non ci rappresenta per nulla».

Lo dice a chiare lettere il sindaco di Mormanno, Paolo Pappaterra, in qualità di membro della segreteria regionale del Partito Democratico, contestando l’utilizzo delle risorse destinate agli Lsu / Lpu per il personale Arpal come già fatto in sede di commissione dal consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti e dal consigliere Schiavo (Misto).

Le critiche al documento contabile sono quelle che riguardano la norma che prevede – secondo come spiegato dal rappresentante della maggioranza – l’utilizzo di risorse risparmiate per il personale in quiescenza o deceduto appartenuto al bacino Lsu/Lpu.

«Una soluzione – aggiunge Pappaterra – che non ci convince lo stesso primo perchè va in conflitto con quanto deciso dal governo regionale nell’accordo quadro sul fondo storicizzato e poi perchè questa scelta manca di una visione prospettica proprio sul futuro dei lavoratori precari della Calabria. Le risorse “risparmiate” dalla quiescenza di chi non fa più parte del bacino possono essere accantonate per ridistribuirle proprio a chi il bacino è costretto a viverlo ancora, senza avere da anni alcuna dignità nemmeno contributiva ai fini pensionistici».

Con queste risorse «si poteva aumentare il monte ore degli Lsu Lpu calabresi che hanno dimostrato sul campo di essere essenziali per la vita ordinaria dei comuni e ai quali va riservata una visione più ampia e complessiva per tutelarne la dignità occupazionale. Le scelte del governo regionale, se saranno confermate in aula dal voto favorevole così come già espresso dalla commissione al bilancio di assestamento, dimostrano una necessità momentanea di fare cassa, ma mancano di visione complessiva sul futuro dei precari calabresi».

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