Il Comune di Cassano allo Jonio

CASSANO ALLO IONIO (Cs) – 

Una procedura sospetta che lascia perplessi tanti, è quella messa in atto dall’amministrazione comunale per assumere a breve quattro nuovi agenti di polizia locale.

Ed è ancora una volta sulle assunzioni che, a Cassano allo Ionio, il sospetto ricade su persone vicine a una determinata area politica.

Ancora una volta è ArticoloVentuno ad offrire una chiave di lettura qualificata, riportando l’intervento di fonti autorevolissime su casi analoghi.

Eccola: «Non siamo esperti di diritto amministrativo, ma ci siamo impegnati a documentarci e a studiare da fonti attendibili la procedura per l’utilizzo delle graduatorie di altri enti, che consentirà al Comune di assumere a breve quattro nuovi agenti di polizia locale

A nostro avviso, una procedura legittima e ormai comune nel Paese – soprattutto dopo il periodo pandemico – viene probabilmente oggi applicata in modo illegittimo e arbitrario a Cassano, rischiando di favorire un candidato a discapito di un altro.

Sul sito dell’Associazione Segretari Comunali e Provinciali “Vighenzi”, un commento di Gianluca Bertagna, segretario comunale ed esperto di gestione del personale, riporta testualmente: “Spero davvero che la recente ordinanza n. 25986/2020 della Corte di Cassazione faccia capire una volta per tutte agli enti che non è possibile scorrere le graduatorie scegliendo i candidati ‘a gradimento’.

È obbligatorio procedere nell’esatto ordine degli idonei ancora rimasti in posizione utile. Va da sé che non hanno alcun senso le ‘manifestazioni di interesse’ finalizzate a chiedere ai vincitori e agli idonei non ancora assunti se siano disponibili a prendere servizio in un ente, magari dopo un’ulteriore selezione o colloquio di idoneità.”

Un’ulteriore conferma di quanto detto ci viene offerta da una pubblicazione scientifica della rivista di settore “Aziendaitalia Enti Locali” (edizione 07/2023), a firma di Giuseppe Fiorillo e Clemente Lombardi, entrambi segretari comunali. Questo studio normativo approfondisce in modo molto specifico l’utilizzo delle graduatorie di altri enti per l’assunzione di personale.

Questo è ciò che afferma inequivocabilmente la Corte di Cassazione – il massimo organo della giustizia italiana, secondo autorevoli commentatori ed esperti di diritto amministrativo.

Anche altri organi dello Stato, come la sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Sardegna, con la deliberazione n. 85/2019, ha ricordato il vincolo a rispettare, nello scorrimento delle graduatorie, l’ordine delle stesse.

Testualmente si legge che “è opportuno evidenziare che lo scorrimento dell’altrui graduatoria dovrebbe essere effettuato con la massima imparzialità e trasparenza, per prevenire il fenomeno corruttivo che può annidarsi in tale attività, assicurando la piena conoscibilità degli eventuali scorrimenti delle graduatorie e, in ogni caso, seguendo rigorosamente l’ordine di merito della graduatoria da scorrere”.

Il che impedisce alle singole amministrazioni di dare corso a selezioni per scegliere nell’ambito delle graduatorie, perché la procedura permette di scegliere il Comune dal quale attingere la graduatoria e non i singoli candidati perché altrimenti se fosse questo l’intendo, bisognerebbe procedere ad un concorso ex novo.

Come chiaramente si evince, e in linea con quanto affermato da un orientamento giuridico ormai ben consolidato, non è possibile scegliere i candidati “ad personam” e non è consentito sottoporre soggetti già risultati idonei in una selezione pubblica a una nuova selezione. Tali modalità di individuazione sono contrarie alle norme giuridiche.

Ci chiediamo quindi: perché il Comune di Cassano, per di più avviando la procedura a ridosso del ferragosto quando l’attenzione era molto bassa, ha scelto di applicare una procedura a proprio modo, sottoponendo i candidati a una nuova selezione e individuandoli “ad personam”?

Gli Uffici e l’Amministrazione comunale di Cassano si ritengono forse al di sopra della Corte di Cassazione, che ha chiarito molto bene come applicare queste procedure nel rispetto dei principi costituzionali?

Inoltre, non è la prima volta che l’Ente utilizza questa procedura per assumere personale: già nel 2020 è stata adottata correttamente, e gli uffici sanno – appunto per averla già sperimentata – come funziona.

Perché allora oggi si è avvertita la necessità di modificare il regolamento, concentrando la procedura sui candidati e prevedendone addirittura una selezione per il tramite di una commissione che valuterà la prova orale?

Questo sembra suggerire una ben chiara intenzione di controllo e selezione mirata, e ci si chiede se sia davvero giustificata da necessità amministrative o se, come invece riportano i rumors, non vi sia piuttosto la volontà di orientare l’esito del concorso verso scelte già decise.

Le presenti considerazioni non hanno l’intento di danneggiare nessuno dei candidati: sono persone in cerca di lavoro, che hanno partecipato a un concorso pubblico e risultano idonei, e per questo riteniamo siano per noi tutti meritevoli di ricoprire un ruolo nel pubblico impiego.

Bisogna però applicare un metodo incentrato sulla meritocrazia, imparzialità e trasparenza.

Come per tutti i concorsi svolti fino ad oggi, ribadiamo con forza, che non c’è nel modo più assoluto nulla di personale contro i vincitori che già lavorano o che presto prenderanno servizio, ai quali rivolgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro e buona vita. Quello che noi contestiamo, e sul quale cerchiamo di far ragionare, è il metodo che riteniamo ingiusto ed inopportuno.

La nostra intenzione non è quella di dividere ulteriormente una comunità già duramente provata, ma di liberarla da una stretta soffocante e farle ritrovare un senso di unità, fondato sui valori principali della democrazia».