REGGIO CALABRIA – «Noi siamo molto preoccupati». Lo ha detto il segretario nazionale di Magistratura democratica, Stefano Musolino, Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, intervenendo a Villa San Giovanni ad un incontro organizzato dal comitato “No Ponte” sul decreto Sicurezza e, in particolare, sull’aumento delle pene per chi protesta contro le grandi opere.

Secondo Musolino, «esiste un problema di gestione del dissenso che non può essere affrontato attraverso strumenti penali. Criminalizzare le proteste pacifiche rischia di radicalizzare i conflitti sociali, piuttosto che risolverli».

E, ancora: «Stiamo vivendo un momento – ha aggiunto il segretario di Md – in cui si presentano davanti a noi scelte molto importanti. Ci sono riforme costituzionali rilevanti, idee diverse di Stato, di governo e di rapporti tra le istituzioni. La tutela del dissenso e la sua gestione devono passare attraverso strumenti diversi da quelli penali. I conflitti possono essere deleteri se non si basano sul rispetto reciproco delle posizioni e possono essere invece molto fruttuosi se vengono gestiti e governati. Ma per farlo, non si può ricorrere allo strumento penale. Non si possono inventare nuove norme per radicalizzare il dissenso e, addirittura, criminalizzarlo».

Infine: «Se il dissenso – ha proseguito Musolino – è inteso solo come ostacolo e viene addirittura criminalizzato, il decisore politico perderà l’occasione per ampliare le sue prospettive e comprensioni al fine di effettuare le scelte migliori nell’interesse pubblico» (ansa).