VIBO VALENTIA – È morto a 65 anni Giuseppe Pino Romano, boss legato alla ‘ndrangheta, originario di Briatico, e riferimento tra la provincia di Brescia e quella di Bergamo. È stato stroncato da infarto. Da anni viveva a Romano di Lombardia e stava finendo di scontare una condanna per estorsione. I funerali saranno celebrati lunedì nello stesso paese nella Bergamasca, dove è già stato allertato un sevizio di polizia per l’arrivo dalla Calabria di esponenti della famiglia Romano. Pino Romano fu uno dei nomi di spicco dell’indagine ‘Squalo’ della procura distrettuale antimafia di Brescia.
Venne prima arrestato nel 2005 e nel 2009 condannato in primo grado a Bergamo a 26 anni per associazione di stampo mafioso nel processo ’Nduja per estorsioni, armi, droga, usura, caporalato che gettava ombre di infiltrazioni ’ndranghetiste fra la Bergamasca e il Bresciano.
Ma, dopo una serie di rimpalli, la condanna (divenuta definitiva nel 2014) nei suoi confronti fu ridimensionata a 7 anni, 8 mesi e 20 giorni. Il motivo? Caduto il vincolo mafioso, l’associazione era stata riqualificata in semplice. Per questa vicenda era rimasto in cella fino al settembre 2011.
Nel novembre 2012 era stato nuovamente arrestato nell’ambito dell’inchiesta «Squalo» riguardante una serie di estorsioni. Gli era contestato il metodo mafioso, ma nell’ottobre 2014 i giudici di primo grado (la sentenza pende in appello), pur condannandolo a 5 anni e mezzo, non avevano riconosciuto l’aggravante.