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Canone idrico 2014, D’Arienzo non venne ascoltato: ora le condanne anche in appello

Già a maggio 2023, il politico di opposizione consigliava al Comune di ritirare in autotutela gli avvisi per scongiurare aggravio di spesa. Non venne ascoltato. Oggi le condanne anche in appello

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Alfonso D'Arienzo

PAOLA (Cs) – E’ stato facile profeta il consigliere comunale di minoranza di Paola, Alfonso D’Arienzo, consigliere provinciale di Cosenza, allorquando, il 22 maggio scorso su Calabria Inchieste (https://www.calabriainchieste.it/2023/05/22/canone-idrico-anno-2014-prima-condanna-per-il-comune-di-paola/) denunciava l’effetto domino con danno per le casse del Comune di Paola, in riferimento alle soccombenze riferite al contenzioso sui solleciti di pagamento per il canone idrico dell’anno 2014.

Mesi addietro, infatti, sulla scorta dei primi annullamenti dal Giudice di pace, con soccombenza per il Comune e vittoria per i contribuenti, D’Arienzo metteva in guardia gli amministratori locali sul rischio che, anche in sede di appello, si sarebbero registrate dolorose soccombenze.

E così è stato, almeno in riferimento alle prime vittorie degli utenti contro il Comune di Paola.

Già in quel tempo, com’è noto, il politico di opposizione consigliava all’amministrazione Politano di ritirare in autotutela gli avvisi perché, non essendoci titoli esecutivi a monte, avrebbero rischiato l’annullamento degli atti nelle sedi giudiziarie con conseguente aggravio di spesa.

La maggioranza, di contro, rispondeva picche, nonostante il consiglio di fonte qualificata.

Alla fine, però, il Comune è uscito con le ossa rotte in sede di Giudice di pace ed ora anche in appello.