CATANZARO – Pene rideterminate in Appello per gli imputati del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Anteo“. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione, tentata e consumata, anche con l’aggravante mafiosa, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi anche clandestine e da guerra, detenzione di materiali esplodenti e furto.
In particolare: per Damiano Fabiano pena rideterminata in 9 anni e 4 mesi; Giuseppe Fabiano 7 anni e 7 mesi; Francesco Fabiano 3 anni; Daniele Cortese 4 anni e 6 mesi; Domenico Giorgio 4 anni e 1 mese; Gianluca Minnella 4 anni e 3 mesi; Bruno Procopio 4 anni; Salvatore Macrì 4 anni e 8 mesi; Vito Chiefari 4 anni; Anthony Salvatore Catanzariti 5 mesi; Roberto Venuto 4 mesi.
Assolto Emanuele Mancuso.
L’attività di indagine diretta dalla Procura distrettuale di Catanzaro e condotta dalla compagnia carabinieri di Soverato aveva consentito di individuare una organizzazione dedita al traffico di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish, marjuana, metadone nonché eroina, anche nella forma del cosiddetto cobret, nel basso Ionio catanzarese, con il suo centro nevralgico nell’entroterra dell’area del soveratese, in particolare nel comprensorio di Chiaravalle e comuni limitrofi e con proiezioni nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Le indagini avevano fatto emergere anche un intenso traffico di armi e di esplosivi, che venivano approvvigionati, per la loro successiva immissione nel mercato illecito, prevalentemente attraverso la commissione di furti in abitazioni e in attività commerciali specificamente individuate.