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Cosenza: tribunale cancella debito a giovane incapiente per 111mila euro

Paolo Binetti (commercialista), Ferdinando Palumbo (avvocato) e Alessandro Sena (gestore della crisi dell’OCC della CCIAA di Cosenza), hanno restituito la voglia fare impresa nella propria terra ad una giovane che i debiti li aveva involontariamente ereditati

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COSENZA – Grazie all’opera congiunta e puramente gratuita di tre professionisti, una giovane cosentina, divenuta proprietaria di una storica ferramenta e di rilevanti debiti, ha ottenuto decreto positivo all’esdebitamento per sovraindebitato incapiente (art. 288 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza), come decretato dal Tribunale di Cosenza nella persona di Mariarosaria Savaglio, magistrato e giudice.

Com’è noto, infatti, «il debitore persona fisica meritevole, che non sia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura, può accedere all’esdebitazione solo per una volta, fatto salvo l’obbligo di pagamento del debito entro quattro anni dal decreto del giudice laddove sopravvengano utilità rilevanti che consentano il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore complessivamente al dieci per cento. Non sono considerate utilità, ai sensi del periodo precedente, i finanziamenti, in qualsiasi forma erogati».

Paolo Binetti, commercialista – gestore crisi di impresa e dell’insolvenza – esperto advisor, insieme a Ferdinando Palumbo, avvocato, e Alessandro Sena, gestore della crisi dell’OCC della CCIAA di Cosenza, ha restituito la voglia fare impresa nella propria terra, nonché la fede nella legge, ad una giovane che i debiti li aveva involontariamente ereditati.

La crisi economica ha infatti danneggiato fortemente i bilanci della ferramenta di famiglia della ragazza, la pandemia ha chiuso a chiave ogni speranza di resistenza. La giovane è stata infatti costretta a migrare al Nord lavorando da precaria in una scuola, oggi – l’esdebitamento – l’ha resa libera dai debiti, libera di lavorare in Calabria, nella sua terra, grazie alla professionalità di chi conosce la legge e la esercita nel suo nobile ruolo».