COSENZA – «Ciò che ti chiedo, non solo parole, non solo opere, ma far sì che ognuno si senta ascoltato, capito e aiutato». È questo uno dei messaggi destinati al “volontario del futuro”, scritti dai volontari di oggi durante l’iniziativa “Il domani non si aspetta, si costruisce” promossa dal Csv Cosenza, lo scorso 26 ottobre, a Villa Santa Caterina, a Montalto Uffugo, che ha chiamato a raccolta un centinaio di associazioni della provincia per ragionare insieme su identità e futuro del volontariato cosentino.
Come sarà il volontariato nei prossimi anni? E in che modo potrà incidere sullo sviluppo delle comunità e del territorio? Se n’è discusso durante i tre gruppi di lavoro: la mia scelta di volontariato; il rapporto e le relazioni con il territorio; la promozione del volontariato e il ricambio generazionale.
«Il volontariato sta attraversando un momento difficile – ha dichiarato la presidente del Csv Cosenza, Rachele Celebre – i dati Istat ci raccontano di un calo dei volontari nelle diverse organizzazioni del 15% circa. Il Covid ci ha indebolito, è cresciuto molto l’individualismo e nelle associazioni si registra un alto tasso di autoreferenzialità; come enti di terzo settore facciamo fatica a lavorare insieme e anche ad attrarre nuovi volontari. Siamo spesso piegati sui servizi e ci dimentichiamo del perché siamo nati, del perché facciamo volontariato e di come possiamo impegnarci affinché la nostra vocazione possa essere colta dagli altri come uno stimolo all’impegno e alla partecipazione. La riflessione sul nostro ruolo e sul nostro futuro non è più rimandabile, l’iniziativa di sabato vuole andare in questa direzione».
A portare i saluti il sindaco di Montalto, Biagio Faragalli che si è soffermato sull’importanza di coprogrammare con il terzo settore. «Insieme possiamo costruire una visione diversa di tutto ciò che si affaccia sul mondo del sociale, noi ci vogliamo puntare».
A guidare i partecipanti in una riflessione più ampia sulla partecipazione e sul sentirsi comunità, prendendo ad esempio il mondo in cui le piante cooperano tra di loro, il giardinosofo, imprenditore e scrittore eretico calabrese, Massimiliano Capalbo, fondatore del Giardino Epicureo di Montauro (Cz). «Nuove sfide ci chiamano ad una maggiore capacità di mettere insieme le nostre conoscenze, le nostre energie e le nostre aspirazioni. Dall’osservazione del mondo vegetale possiamo trarre molti insegnamenti che ci spingono a cambiare il nostro modo di pensare e di fare. Essere comunità non è un auspicio, è una necessità».
È intervenuto anche don Battista Cimino, sacerdote e presidente di Stella Cometa, che ha definito i volontari annunciatori della gratuità ed ha stimolato i presenti sulla necessità di dover acquisire nuovi stili di vita. «Oggi non c’è più spazio per il silenzio, per il deserto e allo stesso tempo non riusciamo a dare lo stesso spazio alle relazioni, migliorarle, avere maggiore attenzione nei confronti delle persone».
Prevista anche la presenza del sacerdote don Giacomo Tuoto che, impossibilitato a partecipare, ha voluto lasciare un messaggio ai presenti: «Il volontariato è una Epifania e se non lo è lo deve diventare. Alcuni dicono che il volontariato fatto bene è uno spettacolo. Sarebbe meglio e più preciso parlare di volontariato come Epifania: uno spettacolo che trasforma il reale, ma in modo silenzioso ed invisibile ai più».
È intenzione del Csv avviare un percorso virtuoso e mettere in atto iniziative che possano agevolare il ruolo sempre più forte e significativo degli Enti del Terzo Settore sul territorio per guardare al futuro con prospettive positive continuando, quotidianamente, a svolgere attività con passione ed entusiasmo contaminanti.
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