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Visita del Presidente della Calabria Film Commission al Museo della Seta

Anton Giulio Grande è stato accompagnato dal sindaco Bucarelli e da due assessori

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MENDICINO (Cs) – Il Presidente della Calabria Film Commission ha effettuato questa mattina una visita ufficiale al Museo della Seta di Mendicino, accompagnato dal sindaco Irma Bucarelli e dagli assessori Rossella Giordano e Albino Mosciaro.

Il presidente Grande è stato accolto calorosamente dal gestore del Museo Francesco La Carbonara, che ha illustrato le peculiarità storiche e artistiche del museo, evidenziando altresì il valore della tradizione serica nella comunità mendicinese.

«Il Museo della Seta non è solo un luogo di esposizione, ma un simbolo della nostra identità culturale che merita di essere valorizzato anche nel contesto del cinema e della produzione audiovisiva», ha dichiarato il sindaco rivolgendosi all’illustre ospite e invitandolo a visitare i locali del Museo da vicino e sottolineando che «Mendicino nell’Ottocento è stato uno dei centri più importanti per la produzione della seta greggia, tale da sostenere l’intera economia locale».

Nel corso del tour all’interno dei locali, La Carbonara ha avuto modo di illustrare la struttura della filanda, che si sviluppa su tre livelli in previsione non solo della lavorazione della trattura ma anche per quelle prodromiche del deposito dei bozzoli freschi e della loro essiccazione.

Infatti nel pianterreno si trovano due fornaci di forma cilindrica che, alimentate da legname di quercia, cerro, ontano o carbon fossile, mandano il calore necessario alle vasche collocate al secondo piano per l’essiccazione dei bozzoli che vengono posti nelle bigattiere.

Nello stesso piano è collocata la filanda vera e propria con il banco di trattura e le piantane con gli aspi della seta. Infine nel terzo livello vengono depositati i bozzoli freschi appena acquistati.

Nel 1857 fuori e dentro il centro abitato ci sono quaranta filande e alla fine del secolo, presso la Camera di Commercio di Cosenza ne risultano iscritte 111, alcune delle quali sono animate da un motore idraulico della forza di 4 cavalli e dove per circa quattro mesi all’anno e dodici ore al giorno lavorano 30 uomini e 320 donne di cui 120 fanciulle.

Dalla fine dell’Ottocento sino agli inizi del Novecento ne rimangono solo due per la cardatura e la filatura dei cascami di seta, quella di Domenico Gaudio e l’altra di Eugenio Gaudio che si sono conservate integralmente e costituiscono gli attuali musei della seta, splendidi ed unici esempi di archeologia industriale. Ed è proprio la seconda filanda che costituisce oggi il Museo Dinamico.

Il Presidente di Calabria Film Commission è rimasto affascinato dalla bellezza del luogo e ha espresso grande interesse per le potenzialità del museo come set cinematografico.

Gli assessori presenti hanno infine sottolineato l’importanza di creare eventi e iniziative che possano attrarre turisti e appassionati del settore, valorizzando ulteriormente il patrimonio culturale della Città.