AMANTEA (Cs) – «La data del 31 maggio 2024 con delibera numero 1267 del Comune di Amantea, potrebbe essere ricordata come l’ennesimo episodio in cui le promesse delle istituzioni si infrangono contro il muro della realtà. Il Tavolo di Concertazione convocato dal Sindaco di Amantea, finalizzato alla evoluzione e allo sviluppo del Poliambulatorio di Amantea in casa di Comunità si è concluso con grandi aspettative e promesse che, a mesi di distanza, restano solo sulla carta».
E’ la denuncia della Cgil di Amantea.
«Nonostante l’incontro del 30 maggio abbia coinvolto un folto numero di figure istituzionali e professionali – dai sindaci del comprensorio agli esponenti dell’Asp di Cosenza e delle organizzazioni sindacali – ciò che rimane è un elenco di criticità irrisolte e promesse ancora lontane dall’essere mantenute».
Si parlava «di problemi logistici e strutturali con la promessa di centralizzare i servizi del Poliambulatorio per ridurre gli sprechi e semplificare l’accesso dei cittadini. L’Asp, tramite Eugenio Muto, aveva dichiarato di aver stanziato oltre 3 milioni di euro per il completamento dell’ala sud della struttura, con l’inizio dei lavori previsto per ottobre 2024 e il termine per l’estate 2025. A oggi, tuttavia, non c’è traccia dell’effettivo avvio del progetto, né il minimo accenno di cantiere in corso».
Un punto particolarmente grave «è la mancata realizzazione della Casa di Comunità, i cui lavori dopo vari rinvii dovevano iniziare già a giugno 2024. Questo progetto, essenziale per rafforzare l’assistenza sanitaria di prossimità e garantire servizi più capillari, è rimasto bloccato senza alcuna giustificazione trasparente. La sua realizzazione avrebbe rappresentato un segnale concreto di impegno verso la sanità territoriale, ma l’assenza di progressi conferma ancora una volta la distanza tra gli annunci istituzionali e la realtà dei fatti».
Un altro tema centrale «era il rifacimento della rete internet, da sostituire con la fibra per migliorare la gestione delle liste d’attesa e abilitare servizi di telemedicina. Anche qui, nulla sembra essersi mosso, tranne aver attivato la fibra. Le liste d’attesa restano lunghe e difficili da gestire, mentre i pazienti continuano a subire ritardi insostenibili e a peregrinare per ottenere assistenza».
Tra le problematiche segnalate, «spiccava la mancanza di medici e infermieri, un fenomeno che, per quanto generalizzato a livello nazionale, appare ancora più grave in un’area come Amantea. Nonostante le promesse di un dialogo migliorato tra medici di medicina generale e specialisti ambulatoriali, persistono disparità contrattuali e una scarsa collaborazione che compromettono l’operatività della struttura».
Infine, «l’acquisto di attrezzature come un mammografo e una Moc, che si sperava avrebbero dato nuovo impulso alla capacità diagnostica del Poliambulatorio, è rimasto in sospeso. Ad oggi, non ci sono conferme né indicazioni chiare su quando queste apparecchiature entreranno in funzione».
È giunto il momento «di smettere di accettare passivamente il declino del nostro sistema sanitario pubblico. Non possiamo più permettere che le promesse non mantenute e l’inerzia istituzionale continuino a danneggiare la salute e la dignità dei cittadini. Per questo, lanciamo un appello urgente a partecipare alla manifestazione “Salviamo il Servizio Sanitario Pubblico”, che si terrà il 9 novembre in piazza a Cosenza».
Questa non è solo una protesta: «è una chiamata alla responsabilità collettiva. È l’occasione per mostrare a chi ci governa che non tollereremo ulteriormente l’inefficienza, l’abbandono e le scuse. Ogni cittadino, ogni famiglia e ogni operatore sanitario deve essere presente per alzare la voce e chiedere a gran voce ciò che è un diritto fondamentale: un servizio sanitario che funzioni per tutti, senza compromessi».
Se il verbale del 30 maggio «aveva suggerito un cauto ottimismo, la realtà che ne è seguita ha smentito ogni aspettativa. Né l’Asp né il Comune di Amantea sono stati in grado di mantenere le promesse fatte, lasciando cittadini e operatori sanitari in una situazione di incertezza e insoddisfazione».
Infine: «Il 9 novembre, scendiamo in piazza a Cosenza. Non possiamo più accettare che il nostro diritto alla salute venga sacrificato sull’altare della burocrazia e dell’inefficienza. Facciamo sentire la nostra voce, dimostriamo che siamo uniti e pronti a lottare per il nostro futuro e quello delle prossime generazioni».
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