Comune di Belmonte Calabria

BELMONTE CALABRO – Negli ultimi giorni, i residenti del centro storico di Belmonte Calabro, in particolare quelli di via Giuseppe Ianni, loc. Parrera, Colle Bastia e Centro Storico sono stati colpiti da un provvedimento di divieto assoluto di utilizzo dell’acqua potabile.

Questa misura, giustificata dall’amministrazione comunale come necessaria per la tutela della salute pubblica, ha però sollevato numerose critiche da parte della minoranza politica e di molti cittadini, i quali ritengono che «le cause della crisi siano da attribuire a una gestione superficiale della rete idrica da parte del sindaco e della sua amministrazione. Una mancanza di manutenzione che pesa sui cittadini».

Le problematiche all’origine di questa situazione «non sono una sorpresa per i cittadini, che da anni lamentano l’incuria della rete idrica comunale e la scarsa attenzione alle infrastrutture». La minoranza ha puntato il dito contro il sindaco, sostenendo che «il divieto è il frutto di una cronica negligenza verso la manutenzione dell’acquedotto, il cui stato di deterioramento è noto da tempo».

È proprio la mancanza di interventi tempestivi e preventivi che, secondo i critici, «ha portato all’attuale emergenza idrica, privando improvvisamente numerose famiglie dell’accesso a un bene essenziale come l’acqua potabile».

La minoranza sottolinea che «la situazione poteva essere evitata se solo ci fosse stata una gestione più attenta e responsabile della rete idrica.  Invece, l’amministrazione avrebbe scelto di non intervenire prontamente, preferendo ignorare le problematiche strutturali fino a quando la situazione è precipitata, rendendo inevitabile il divieto di utilizzo dell’acqua potabile per i residenti. Una comunicazione inadeguata e discriminatoria».

Un altro aspetto che ha suscitato forti critiche riguarda il modo in cui l’informazione del divieto è stata diffusa. «La comunicazione, infatti, è avvenuta quasi esclusivamente attraverso Facebook, un canale che, sebbene di uso comune, non raggiunge la totalità della popolazione, in particolare le fasce più anziane. Questo approccio ha lasciato molti cittadini, soprattutto i più vulnerabili, all’oscuro della gravità della situazione e delle misure necessarie per affrontarla».

La minoranza evidenzia come «l’utilizzo esclusivo di un social network sia stato un atto di superficialità da parte del sindaco, che avrebbe dovuto considerare i bisogni della popolazione anziana, spesso meno abituata a utilizzare i canali digitali. Si sarebbero potuti impiegare mezzi più diretti e capillari. La scelta di Facebook, invece, ha finito per escludere proprio la parte della cittadinanza più vulnerabile agli effetti di questo disservizio, che si è ritrovata senza informazioni su come gestire l’assenza di acqua potabile».

Le richieste della minoranza e la necessità di cambiamento.

Alla luce di questa situazione, la minoranza chiede al sindaco «di assumersi le proprie responsabilità e di mettere in atto misure di emergenza non solo per risolvere il problema immediato, ma anche per pianificare un intervento strutturale sulla rete idrica. È necessario, secondo i rappresentanti della minoranza, che si investa nella manutenzione e nell’ammodernamento dell’acquedotto per evitare che episodi simili si ripetano in futuro».

Inoltre, viene richiesto di «implementare un piano di comunicazione efficace che tenga conto delle esigenze di tutti i cittadini, specialmente quelli più anziani e meno abituati all’uso dei social media. L’informazione pubblica – sottolinea la minoranza – deve essere garantita in modo equo, raggiungendo l’intera popolazione, senza lasciare indietro le fasce più deboli».

Verso una maggiore responsabilità e trasparenza

«Il divieto di utilizzo dell’acqua potabile, non è solo un disagio per i residenti, ma è anche un segnale preoccupante di inefficienza amministrativa del Sindaco Veltri. Un’azione amministrativa sempre più fragile ed inadeguata».

Infine, la minoranza «invita i cittadini a riflettere sulla gestione attuale e a chiedere maggiore trasparenza e responsabilità alle proprie istituzioni».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it