CETRARO (Cs) – Non demorde la Democrazia Cristiana del circolo cetrarese e per bocca del suo commissario, Pino Losardo, annuncia che il partito presenterà in questi giorni una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo per porre definitivamente fine alla “spregevole devianza della rappresentanza elettiva”, che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale.
«In quale modo si potrebbe definire un sindaco che, di fronte alla seconda dissoluzione pressoché totale della sua maggioranza nell’arco di cinque mesi, non avverte il dovere istituzionale di presentare le sue dimissioni e, questa volta, in maniera irrevocabile? – attacca subito Losardo – Il consiglio comunale è praticamente inservibile con una maggioranza ridotta a cinque unità.
Non esistono più le condizioni per esercitare le funzioni fondamentali di governo e di controllo, per come previsto dall’ordinamento democratico e dalla Carta costituzionale.
La città va governata, non semplicemente rappresentata – insiste Losardo – Ancora più preoccupanti sono gli impenetrabili silenzi del capo dell’Amministrazione, che preludono, come da prassi consolidata, ad una delle sue magistrali operazioni mercatali di ingaggio di voti utili, prima della convocazione di un consiglio di vitale importanza per scongiurare la fine immediata del suo mandato.
Su questi particolari presupposti di accattonaggio di sostegni amministrativi si mantiene in vita, ormai da un anno, il governo cittadino, che si caratterizza unicamente per la facilità con cui la fascia tricolore passa da una spalla all’altra e per l’estemporaneità di esecutivi, utilizzati come merce di scambio a seconda delle convenienze del momento.
La storia recente ci dice che qualcuno di questi nasce, finanche, per opera delle imposizioni di potentati politici esterni – affonda Losardo – passati all’incasso per aver favorito il raggiungimento dei numeri di maggioranza in sede di consiglio.
Un sindaco silente che, da remoto, e sono quasi dieci mesi, non informa i cittadini sulla nuova decomposizione della sua maggioranza, dopo il consiglio comunale del 6 novembre u.s., e non ne garantisce la ricomposizione immediata con pratiche di alta trasparenza e visibilità, non può, in alcun modo, ottenere la fiducia del consiglio comunale.
Per tali ragioni, questo partito proporrà, nei prossimi giorni, una mozione di sfiducia al sindaco, da discutere in consiglio comunale.
E’ giunta l’ora che tutte le forze politiche e i loro rappresentanti in consiglio fermino decisamente lo stato progressivo di degenerazione della nostra massima istituzione – sottolinea Losardo – e ridiano alla città quella piena autonomia amministrativa e decisionale, che le è appartenuta in quasi ottanta anni di ordinamento democratico e che ha determinato la sua crescita civile ed economica.
Lo stato di dissesto finanziario delle casse comunali, nel quale è costretto per cinque anni ad agire il nostro Comune, impone una maggioranza stabile e la quotidiana funzionalità del capo dell’amministrazione, anziché le ricorrenti crisi politiche nelle quali si dibatte, da anni, l’attuale coalizione di governo cittadino.
La città, ormai ridotta ad un ammasso di macerie, non può, dipendere dall’autarchia di un sindaco – puntualizza il commissario DC – che svende, ogni volta, la sua dignità istituzionale per ricomporre, attraverso pratiche caritatevoli, una maggioranza che gli consente solo di andare avanti nel suo mandato. La democrazia non funziona in questo modo nel nostro Paese».
L’iniziativa passa quindi a tutte le forze politiche della città per «mettere fine a tale spregevole devianza della rappresentanza elettiva, con il più rispettoso e civile dei mezzi che l’ordinamento degli Enti Locali mette a disposizione del consiglio comunale: la mozione di sfiducia al sindaco».
Fiorellasquillaro@calabriainchieste.it