SCALEA (CS) – «La situazione politica del Comune di Scalea appare ormai irreversibile, tra fratture insanabili, accuse reciproche e un’amministrazione che sembra sempre più lontana dalla realtà vissuta dai cittadini. Quella che una volta era una coalizione presentata come simbolo di cambiamento si è sgretolata sotto il peso di ambizioni personali, incoerenze politiche e una cronica incapacità di rispondere alle esigenze concrete della città. La domanda che sempre più cittadini si pongono è semplice e diretta: “È giusto ed utile che un sindaco rimasto senza maggioranza continui a occupare quella poltrona? Per fare cosa?”.
E’ quanto denuncia il presidente di “Destinazione Scalea”, Michele Formica.
Il sindaco Giacomo Perrotta, «dopo aver perso pezzi fondamentali della sua coalizione, si aggrappa alla sua carica con dichiarazioni che suonano come tentativi di rassicurazione, ma che sembrano incapaci di dissipare le crescenti perplessità. In un recente comunicato, Perrotta ha ribadito la necessità di proseguire il mandato, sottolineando i successi della sua amministrazione».
Ma la realtà racconta una storia diversa: «defezioni continue tra i consiglieri, una maggioranza che si è ridotta a brandelli e una città che, al di là degli slogan, vive quotidianamente problemi irrisolti. L’abbandono del Movimento 5 Stelle, con Gaetano Bruno passato all’opposizione, e le dimissioni della consigliera Gianna Fiore sono solo alcuni degli ultimi colpi inferti a una coalizione ormai priva di coesione e visione comune. Perrotta, nel tentativo di rafforzare le proprie fila, si è avvicinato a Forza Italia, ma questa mossa ha generato ulteriori malumori e contestazioni, sia interne che esterne».
E, ancora: «Gli scontri tra il presidente del Consiglio Gaetano Bruno e il vicesindaco Annalisa Alfano hanno ulteriormente esacerbato una situazione già precaria. Le accuse reciproche, che spaziano dall’inefficienza amministrativa alle ambizioni personali, dipingono un quadro desolante. Bruno accusa la giunta di Perrotta di essere diventata un “spettacolo indecoroso,” mentre Alfano e i suoi sostenitori denunciano mancanze istituzionali che avrebbero compromesso il funzionamento del Consiglio comunale».
Il capogruppo di opposizione Angelo Paravati «non ha risparmiato critiche, descrivendo l’amministrazione come “una favola finita” e accusando il sindaco di vivere in una realtà parallela. Paravati ha messo in evidenza non solo il fallimento delle promesse elettorali, ma anche episodi di mala gestione che hanno esasperato i cittadini».
In un contesto del genere, «i cittadini di Scalea si sentono abbandonati e traditi. “Perché continuare a restare al potere senza una maggioranza? Per portare avanti quale visione, se non c’è coesione nemmeno su temi fondamentali?” E’ il pensiero comune espresso da molti scaleoti. La città affronta problemi concreti che vanno dalla mancanza di servizi essenziali al degrado urbano, mentre il dibattito politico si concentra su polemiche sterili e giochi di potere».
L’idea di un “rilancio di Scalea,” proclamata a gran voce dall’amministrazione Perrotta, «appare come un sogno infranto. Il richiamo del sindaco alla responsabilità suona vuoto quando l’instabilità politica minaccia di paralizzare ogni iniziativa».
Nel frattempo, «i cittadini attendono risposte, ma ricevono solo scontri personali e strategie di sopravvivenza politica. Con una maggioranza ormai inesistente e un’opposizione sempre più compatta, Scalea si trova davanti a un bivio. L’amministrazione Perrotta sembra aver perso la fiducia non solo del Consiglio comunale, ma anche della cittadinanza».
Il rischio è quello di «trascinare la città in una fase di ingovernabilità, dove le ambizioni politiche individuali prevalgono sul bene collettivo. La richiesta di un cambio di leadership, avanzata da esponenti di diversi schieramenti politici e condivisa da gran parte della popolazione, sembra ormai inevitabile».
Infine: «Scalea ha bisogno di una guida forte e coesa, capace di affrontare i problemi concreti della comunità e di restituire dignità a una città che merita di più. Mentre l’amministrazione continua a resistere, Scalea si interroga sul proprio futuro, con una consapevolezza crescente: per rilanciarsi davvero, non basta cambiare le pedine, ma serve un cambio radicale di approccio e di visione. Per ora, però, la poltrona sembra l’unico interesse rimasto».