COSENZA – Lo scorso giovedì presso la Camera del Lavoro di Cosenza si è tenuto un dibattito interessante e partecipato sul tema della città unica tra Cosenza, Rende e Castrolibero, su cui i cittadini sono chiamati ad esprimersi nel referendum consultivo del primo dicembre.
«Ringraziamo i relatori, i partecipanti e quanti – spiega la segreteria Cgil Cosenza – con interventi anche non programmati, hanno contribuito a una discussione schietta e costruttiva, che ha approfondito il merito e messo a confronto le tesi contrapposte.
Lo spirito dell’iniziativa è stato quello di rendere un servizio informativo alla cittadinanza per accompagnarla verso una scelta consapevole.
Abbiamo dato spazio alle ragioni del Si e del No in modo dialettico e democratico, anche in vista dell’importante lavoro che si dovrà fare all’indomani del referendum a prescindere dall’esito di quest’ultimo.
Nella fase introduttiva del dibattito abbiamo espresso con chiarezza la nostra posizione che e’ quella che ci vede favorevoli ad un generale progetto di fusione realmente democratico e fondato su elementi, programmi e fattibilità concrete e trasparenti da cui possa derivare un vantaggio per i cittadini e un progresso per tutto il territorio.
Ma abbiamo chiarito che gli elementi di democratica partecipazione dal basso e programmazione delle risorse sulla base di un serio studio di fattibilità, non li intravediamo in questa procedura di fusione, che ci sembra piuttosto imposta tanto alle comunità interessate quanto a quelle escluse.
Per questo abbiamo lasciato libertà di voto ai nostri iscritti e siamo pronti a collaborare ad ogni azione migliorativa e di confronto sul merito.
Alla luce di ciò teniamo a precisare che la presenza di dirigenti sindacali della Cgil a iniziative a favore del si o del no – espressione della libertà individuale di ciascuno – è da intendersi assolutamente personale e priva di rappresentanza della Camera del Lavoro di Cosenza, la quale ha espresso la posizione sopra descritta in modo ufficiale e nelle persone legittimate dalla nostra democrazia interna, tanto in sede di audizione istituzionale tanto nel confronto diretto e partecipato con la cittadinanza».