CETRARO (Cs) – Doppio affondo della Democrazia Cristiana-Cetraro contro il Partito Democratico e Forza Italia, entrambi colpevoli di aver provocato la grave crisi amministrativa nel governo cittadino.
«Non è nostro costume interferire negli affari che riguardano gli altri partiti. Queste pratiche le lasciamo fare al Partito Democratico paesano che, con il contributo determinante del sindaco, a metà luglio scorso, riuscì a smembrare Forza Italia in due tronconi – incalza il commissario DC Pino Losardo – Uno di governo, con tanto di pennacchi messi in cassaforte, l’altro di opposizione, per come immediatamente annunciato alla città e al mondo intero.
Se nella nostra città ancora sussiste un barlume di dialettica democratica tra i partiti e le forze politiche, crediamo di non commettere un sacrilegio nel considerare, la stessa Forza Italia, istituzionalmente estranea alla maggioranza e, quindi, fermamente attestata nell’emiciclo occupato dalle minoranze.
In un ordinamento democratico come il nostro, non può esistere il bipolarismo delle responsabilità amministrative di un partito. In riferimento al suo essere maggioranza oggi, opposizione domani o viceversa. O si è carne, o si è pesce.
Confidando nell’estrema serietà della suddetta formazione politica, tuttavia, ci viene facile dedurre che sarebbe inqualificabile e indecoroso prestare un altro soccorso alla maggioranza, tipo quello elargito nel consiglio comunale del 22 ottobre, in occasione dell’approvazione dell’ipotesi di bilancio consolidato.
E, nel contempo, si concluderebbe qui la consiliatura, essendo teoricamente preclusa al sindaco qualsiasi diversa via di accesso ad eventuali sostegni futuri in consiglio».
Di fronte ad una città agonizzante e a un consiglio comunale ridotto al minimo sindacale «di cinque sole unità di maggioranza, ogni forza politica e singolo consigliere sono chiamati ad assumersi fermamente le proprie responsabilità rappresentative – incalza Losardo – perseguendo tutte le misure di contrasto al processo degenerativo di una città governata da un’amministrazione, priva dei numeri che sottendono alla sua autorevolezza istituzionale».
Nel frattempo il sindaco «continua a non rivolgersi alla città e a comunicare l’ennesimo scioglimento della sua maggioranza. In barba a qualsiasi dovere di amministrazione trasparente. E il PD, suo Partito di riferimento, tace.
Nel misero tentativo, sicuramente, di non farsi compromettere dal fallimento verticale di una coalizione, di cui era stato il maggiore azionista. Miserevoli e compassionevoli i suoi vaneggiamenti nel proporre, pubblicamente, future alleanze “sinistrorse” al Partito Socialista, richiamandolo al rispetto della sua identità ideologica e rimembrando i fasti di epoche lontane, nelle quali il suo ruolo, tuttavia, è sempre stato di semplice comparsa.
Il suo segretario invoca il primato dei partiti e l’importanza di questi ultimi in seno alla gestione ottimale dei Comuni e, nel contempo, consente la presenza di una sua consigliere comunale nell’esecutivo, a sostegno di un sindaco indirettamente sconfessato e un progetto politico di coalizione, chiaramente giudicato fallito.
Sarà interessante, a tal punto, vedere dove il sindaco andrà ad scovare una nuova maggioranza che gli consenta una temporanea sopravvivenza amministrativa.
Il prossimo consiglio comunale lascerà, in ogni caso, un segno indelebile nell’etica e credibilità dei Partiti e dei singoli consiglieri.
Il nostro auspicio – conclude Losardo – è che la città sia definitivamente liberata dalle catene di una vergognosa autocrazia al potere, dal capo dell’amministrazione ai cinque cortigiani di contorno.
Nell’imminente seduta del civico consesso si determinerà, quindi, il futuro della nostra città e la salvaguardia della nostra massima istituzione.
A nessuno sarà concesso anteporre strani sentimenti o interessi personali o di partito al bene della città. Questa volta, a fare da sentinella saranno gli stessi cittadini».
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