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Matta: «Deliberazioni del Consiglio comunale di Cetraro viziate di illegittimità»

La consigliera comunale Lorena Matta, esponente della Democrazia Cristiana, chiede l’annullamento di due delibere, previa sospensione, al Tribunale amministrativo regionale   

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CETRARO (Cs) – Due deliberazioni del Consiglio comunale di Cetraro viziate di illegittimità. La consigliera comunale Lorena Matta, esponente della Democrazia Cristiana ne chiede l’annullamento, previa sospensione, al Tribunale amministrativo regionale.

Gli atti sui quali il Tar dovrà pronunciarsi sono le delibere di consiglio comunale n. 36 riguardo l’approvazione del Documento Unico di Programmazione e la n. 37 sull’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.  

«Più volte, in Consiglio comunale e nei nostri comunicati stampa – spiega in una nota il commissario locale della DC, Pino Losardo – abbiamo sollevato, l’illegittimità della deliberazione n. 37 del Consiglio comunale, posta all’ordine del giorno del 22 ottobre 2024, riguardante l’approvazione dell’ipotesi di bilancio di previsione stabilmente riequilibrato.

Tale provvedimento, a cui si oppose decisamente la nostra consigliera comunale con voto contrario, veniva assunto dal Consiglio nella più completa e palese inosservanza del termine della sua presentazione, per come tassativamente e chiaramente prescritto “dall’art. 262, c. 1., essendo abbondantemente scaduto il termine perentorio di tre mesi dalla data di emanazione del decreto di nomina dell’Organo straordinario di liquidazione da parte del Presidente della Repubblica, avvenuto in data 21.6.2024.

Il rispetto pedissequo dei tempi previsti dall’art. 262 del Tuel, ancor più, si rendeva necessario, ecco la chiara espressione della loro perentorietà, in ordine all’imprescindibile esigenza di poter amministrare un Comune in stato di dissesto economico-finanziario».

Per tali motivi, la consigliera Lorena Matta ha inteso opporsi «all’aperta violazione delle norme vigenti in materia di ordinamento degli Enti locali, facendosi rappresentare e difendere presso il Tar Calabria dall’illustre avvocato Oreste Morcavallo, con il chiaro intento politico di compiere fino in fondo il suo dovere istituzionale di controllo degli atti deliberativi e con lo scopo di far decadere l’attuale maggioranza consiliare, ribaltando l’assetto politico esistente con nuove consultazioni elettorali.

Le gravissime illegittimità procedimentali e violazioni di legge, insieme alle reiterate inosservanze di prescrizioni ed obblighi normativi, di cui la deliberazione n.36 del 22 ott. 2024, riguardo l’approvazione del Documento unico di programmazione 2024-2026, autorizzano, ancor più, a richiedere l’annullamento dei due citati provvedimenti per motivi di diritto, dopo previa sospensiva.

Per il Partito, per le prescrizioni previste dalle norme vigenti e fidando sulla interpretazione letterale delle stesse, «non ci sono dubbi sulla perentorietà del termine di approvazione dell’ipotesi di Bilancio Consolidato e confida, pertanto, sugli effetti dissolutori previsti nel caso di inosservanza, di cui lo scioglimento del Consiglio sarebbe l’inevitabile conseguenza».

Le due delibere impugnate costituiscono, infine, «una gravissima limitazione delle prerogative dei consiglieri comunali. Relativamente alla n. 36, approvazione del Dup, per la mancata consultazione preliminare del consiglio, secondo le disposizioni di legge previste per questo importante strumento di programmazione.

E per quanto riguarda la delibera n.37, per la tardività dell’approvazione con il conseguente effetto dissolutorio già in atto e il ricorso a nuove elezioni».

Aspettiamo con fiducia l’esito del ricorso – conclude Losardo – nella più serena convinzione di aver pienamente svolto il nostro dovere di controllo rappresentativo, di fronte ad una città che ha assoluto bisogno di ripristinare la trasparenza e lo stato di diritto nella sua massima istituzione pubblica, per poter convenientemente tracciare il suo futuro».

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it