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“Annunziata”, ipotesi di atto aziendale: ecco tutte le anomalie

Il precedente documento superato dalla lettera del presidente Occhiuto. Ora si attende il nuovo

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L'ospedale dell'Annunziata di Cosenza

COSENZA – In seno all’amministrazione dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, all’indomani della sfortunata presentazione in pompa magna del nuovo atto aziendale, superato nello stesso giorno dall’adozione di un provvedimento del presidente Roberto Occhiuto, è iniziata una rinnovata fase di lavoro per riscrivere l’importante documento, anche a seguito di presunte criticità riscontrate da fonti qualificate. Criticità che, verosimilmente, sono frutto di cattivi consigli e della volontà di rispondere alle esigenze della politica, dei sindacalisti e, perché no, degli amiconi.

IL PAZIENTE AL CENTRO DEL PERCORSO DI CURA?

Tali scelte, peraltro, non sembrano porre il paziente al centro del percorso di cura, agevolando lui e i suoi familiari nella fase diagnostica. E ciò in quanto, com’è noto, a tutt’oggi non sono stati registrati miglioramenti rispetto alle vecchie disfunzioni, se si considera il mancato abbattimento delle liste d’attesa, le criticità del Pronto Soccorso e i disagi e disservizi che ogni giorno vengono segnalati.

Ad ogni modo, per maggiore precisione, si rende opportuno rispolverare alcuni passi dell’atto aziendale, in modo tale da mettere in evidenza criticità che appaiono evidenti.

SINERGIA TRA AZIENDA OSPEDALIERA E UNICAL SOLO SULLA CARTA

Dalle anomalie riscontrate e dal tipo di stesura, intanto, appare subito evidente il mancato coinvolgimento dei professori e dei ricercatori dell’Unical, che sicuramente avrebbero evitato errori, avvertendo magari la dirigenza stessa dell’impossibilità di presentare qualsiasi tipo di atto aziendale in mancanza della “Rete Ospedaliera e Territoriale”, non ancora approvati dal commissario Roberto Occhiuto.

Il contributo dei docenti Unical avrebbe permesso non solo all’Annunziata ma anche all’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza di fare quel salto di qualità che il presidente Occhiuto starebbe cercando di realizzare.

L’impossibilità da parte dell’AO e dell’ASP di individuare strategie sanitarie consone alle criticità dei LEA, potrebbero trovare buona analisi e risoluzione grazie all’ausilio dei professori delle nostre Università, specializzati in analisi dei fabbisogni, marketing, contabilità e diritto sanitario, programmazione e controllo; figure eccellenti con riconoscimenti internazionali.

Al momento, purtroppo, si può intravedere la presenza dell’Unical solo in termini di occupazione di posti nella pianta organica, e non come soggetto attivo della sanità cosentina.

Sarebbe stato necessario magari un confronto, in modo da analizzare le criticità e valutare l’opportunità di dedicare attenzione ad alcune malattie di nicchia – per le quali i costi da sostenere sono elevati – che vengono curate in realtà dove l’esperienza e i numeri fanno la differenza.

In quel progetto di atto aziendale, poi, non è presente alcuna indicazione circa le modalità da seguire per giungere alla integrazione con l’Università e quali saranno le sorti dei medici e degli infermieri, trattati come “manodopera” e non come punto di forza di un’Azienda che guarda al rinnovamento.

L’UOS DI CARDIONCOLOGIA

E’ il caso della struttura organizzativa Uos di Cardioncologia: i tumori del cuore sono infatti rari e non possono essere trattati a Cosenza per mancanza della cardiochirurgia.

L’Hub di Cosenza, Dea di 2° livello, per la complessità dei pazienti cardiopatici è l’unica sede di  emodinamica con attività h24: ciò richiederebbe il suo potenziamento, con due strutture complesse – è stato fatto notare da autorevoli addetti ai lavori – e non il suo depotenziamento, come previsto con il nuovo atto aziendale del commissario Vitaliano De Salazar, in quanto ciò ne determinerebbe importanti limitazioni nell’attività clinica (visite, consulenze, etc), in considerazione che unità della medesima struttura, attualmente, vengono utilizzate nel Pronto Soccorso.

RIDUZIONE POSTI LETTO IN TERAPIA INTENSIVA

Si evidenzia, poi, “l’ulteriore (presunto, ndr) errore – nonostante i numerosi decreti regionali e ministeriali, quasi a voler indicare che Cosenza non è gestita dalla Regione Calabria – rappresentato dalla riduzione dei posti letto della Terapia Intensiva da 25 (21 adulti e 4 pediatrici) a soli 10 posti letto.

Ciò è considerato “estremamente eclatante” in quanto i posti letto di Terapia Intensiva “non potrebbero essere ridotti dal commissario dell’Azienda Ospedaliera perché decisi a livello regionale e nazionale e già fissati nei decreti regionali”. L’AO di Cosenza, peraltro, ha già ricevuto finanziamenti per l’adeguamento strutturale della Rianimazione (già presente), nonché l’attivazione n. 28 posti letto attraverso la ristrutturazione dell’intero secondo piano del plesso “Medicine”.

I vertici aziendali, a quanto pare, incassano i fondi ma impegnano le risorse per altre strategie gestionali.

ASSENZA ANESTESIA PEDIATRICA

Va segnalata anche l’assenza dell’anestesia pediatrica nel dipartimento materno infantile, che – si fa notare – “avrebbe risolto gravi criticità per i piccoli pazienti della provincia di Cosenza”.

FORSE UN PASSO INDIETRO

Sulla “genialatà” di smembrare l’Uoc di Terapia Intensiva in due strutture semplici, declassando l’Ospedale di Cosenza, inoltre, pare che il commissario De Salazar sia in procinto di fare un passi indietro. Vedremo se ciò accadrà.

STRUTTURE SEMPLICI E STRUTTURE COMPLESSE FISICAMENTE DISTANTI

Altre stranezze dell’atto aziendale: il sito ove sono allocate alcune strutture semplici dipartimentali, lontane dalle strutture complesse di riferimento: l’Uosd Ablazione ecoguidata gestita dal dott. Vallone (prima afferente alle medicine) con il nuovo atto aziendale si trova non in uno, ma in due dipartimenti, nel “Dipartimento dei Servizi Trasversali” e nel “Dipartimento di diagnostica per immagine e neuroscienze”. Tutto questo solo per sancire un’autonomia dall’attività clinica che non è congeniale in un sistema integrato, secondo la lettura di esperti in contatto con Calabria Inchieste.

BRONCOSCOPIA INTERVENTISTICA

Altra struttura complessa destinataria di sottolineature, è la Broncoscopia interventistica, affine a Pneumologia ed a Chirurgia Toracica, ma inserita in un dipartimento non inerente al proprio settore.

L’UOC DI DERMATOLOGIA

Censure vengono poi mosse sui propositi di creazione dell’Uoc Dermatologia, unica in provincia di Cosenza, che non presenta posti letto e la cui attività risulta unicamente ambulatoriale ed effettuata di mattina. Un’unità operativa complessa “sproporzionata alla produttività della stessa”, dunque, se si considera che già sul territorio la stessa attività viene svolta dagli specialisti ambulatoriali nelle strutture periferiche dell’Asp di Cosenza.

UOS PSICOLOGIA CLINICA

Per non parlare dell’Uos Psicologia Clinica, collocata al di sotto della direzione medica del presidio unico, quando nello stesso nosocomio “non è presente nemmeno un dipendente con qualifica di psicologo”, solitamente attività demandata al territorio.

URP E SISTEMI INFORMAZIONI DEPAUPERATI

L’URP, poi, viene di fatto declassato ad ufficio e i sistemi informativi inseriti come semplice Uos quando il Dca 190 del 2022 all’allegato 1 al punto 23.1 indica Obblighi e adempimenti degli enti del SSR – Tutte le ASP ed AO del SSR devono introdurre, ove non già esistente, il Servizio informativo Aziendale quale struttura organizzativa a valenza complessa del Centro di controllo direzionale, posta in staff….”.

LA CABINA DI REGIA PRONTO SOCCORSO

C’è poi il Craps (Cabina di regia pronto soccorso), gestito attualmente dal dott. Bloise e dall’infermiera dott.ssa De Rose, con lo scopo di rilanciare il Pronto Soccorso di Cosenza. Cabina di regia originalità tutta cosentina perché inesistente in altre realtà sanitarie nazionali, se non sotto forma di struttura organizzativa delle Regioni.

La Cabina di regia del PS, già attiva da più di un mese, a tutt’oggi viene usata per i pazienti sprovvisti di diagnosi, collocati nei posti letto liberi.

PUNTO INFORMAZIONI

Altra iniziativa censurata riguarda l’apertura del punto per l’informazione dei familiari, aperto in orari non definitivi e con l’utilizzo di personale non identificato, tra il sanitario e l’amministrativo, in barba a tutte le violazioni della privacy. La struttura offre informazioni sulla salute dei pazienti senza che questi abbiano prestato il loro consenso; rilasciate, tuttavia, dallo stesso personale medico e/o infermieristico che ha avuto in cura il paziente.

In definitiva, l’auspicio dei più è che l’atto aziendale definitivo possa mettere al centro il ”paziente”.