Home Calabria Indignati per il decreto Cutro: dall’accoglienza alla disumanità

Indignati per il decreto Cutro: dall’accoglienza alla disumanità

Sfogo degli operatori legali dell'Associazione “Don Vincenzo Matrangolo”: "mobilitazioni di resistenza passiva"

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Il presidente Giovanni Manoccio

ACQUAFORMOSA (Cs) – «A 50 giorni dal naufragio al largo delle coste di Steccato di Cutro, noi operatori legali del sistema SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) esprimiamo con forza la nostra indignazione e la nostra ferma opposizione agli emendamenti di conversione del c.d. Decreto Cutro, emendamenti che rappresentano esclusivamente la violazione dei diritti dei migranti, in antitesi a quanto i tragici fatti di Cutro avrebbero dovuto insegnare».

È questo lo sfogo degli operatori legali dell’Associazione “Don Vincenzo Matrangolo” di Acquaformosa a margine dell’approvazione del Decreto Cutro.

L’appello, partito dalla comunità arbëreshe, ha ben presto trovato numerose adesioni all’interno del circuito SAI, compresi diversi sindaci che si sono uniti nella contestazione sollevata nei confronti del Decreto Cutro.

«Il provvedimento così come concepito -continua il documento- porterà ad uno smantellamento del sistema pubblico di accoglienza gestito dagli Enti Locali, dato il mancato accesso dei richiedenti asilo nel sistema SAI e il contestuale potenziamento degli hotspot e dei centri di accoglienza provvisori, con un dispendio inutile di risorse pubbliche. Sottolineiamo anche lo scarso livello dei servizi che verranno erogati ai richiedenti asilo nei centri provvisori che verranno istituiti, in totale sfregio della dignità e dei diritti delle persone.

Gli emendamenti proposti prevedono la possibilità di inserimento nei progetti SAI dei richiedenti asilo vulnerabili o provenienti da specifiche zone geografiche, che giungono in Italia con i corridoi umanitari, con una irragionevole disparità di trattamento nei confronti di persone provenienti dalle medesime aree geografiche, ma che giungono in Italia in maniera irregolare; a queste persone resterà comunque interdetta l’opportunità di accedere ai servizi di accoglienza di secondo livello, che riguardano l’integrazione delle stesse nel tessuto della comunità ospitante».

È lo stesso presidente Giovanni Manoccio a sottolineare, inoltre, come l’esperienza dell’associazione faccia emergere un quadro chiaro in favore della presenza di questi nuovi cittadini nei territori, che hanno fatto rinascere le comunità in cui sono ospitati.

«Il Decreto Cutro -è scritto nel documento del SAI- condurrà ad un peggioramento della condizione dei migranti e ad un conseguente impatto negativo non solo sui territori, ma anche e soprattutto sul rispetto dell’essere umano in quanto tale.

Chi vive quotidianamente il mondo dell’accoglienza, spendendosi affinché siano garantiti i diritti delle persone accolte, prodigandosi in modo che alle stesse venga data la possibilità di ricostruire vite interrotte, non può non esprimere il proprio sconcerto davanti a queste scelte scellerate, e non può non sottolineare che tali scelte vanno in totale opposizione a quello che dovrebbe essere uno Stato di diritto.

In tale ottica, il nostro dissenso si manifesterà con mobilitazioni di resistenza passiva a difesa dei diritti costituzionali e a tutela dei diritti delle persone».