REGGIO CALABRIA – L’esecutivo della Fiom Cgil Calabria, guidato dal segretario generale Umberto Calabrone, si è riunito in vista della mobilitazione unitaria nazionale che si terrà per il Sud Italia a Napoli il 20 maggio.
A preoccupare è in particolare l’attuale progetto di Autonomia Differenziata che andrebbe ad intervenire su anni di politiche neoliberiste, distanti dalle reali esigenze del Paese, che hanno acuito divari che oggi sembrano impossibili da risolvere.
“Oggi, ancor di più, l’attuale Governo di destra, appoggiato dal Presidente Occhiuto, sta dimostrando giorno dopo giorno la sua particolare avversione verso la Repubblica, la Democrazia Italiana e l’unità del Paese”, denuncia il sindacato.
“A loro – aggiunge – appare evidente, non interessa governare un paese unito, ma semplicemente favorire una classe privilegiata che possa sfruttare ancor di più la parte attiva e laboriosa dell’Italia. Ed è in questo quadro che si insinua l’idea di un provvedimento che favorisce la frammentazione dei diritti civili e sociali fondamentali come l’Autonomia Differenziata, attraverso la quale lo Stato centrale vorrebbe devolvere ben 23 competenze alle Regioni”.
E ancora: “Un provvedimento che manifesta i rischi e le insidie di un Paese che finirebbe per essere disgregato e parcellizzato maggiormente, finendo per ledere irreversibilmente i diritti di cittadinanza: dalla sanità, alle cure, passando per l’istruzione. Ma non solo. Anni di attacchi al mondo del lavoro, che hanno tentato più volte reiteratamente di destrutturare, culminerebbero attraverso l’Autonomia Differenziata nel dividere ancor più i lavoratori ed i loro diritti”.
“Non è assurdo pensare che i Contratti Collettivi nazionali, fino ad oggi unico strumento di unitarietà del mondo del lavoro e dei diritti e delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, possano sparire per fare spazio a contrattazioni locali sempre più al ribasso che cancellino facilmente le garanzie e le tutele oggi già fortemente messe in discussione dagli attacchi padronali. Il lavoro sfruttato, sottopagato, irregolare e a nero potrebbero quasi essere legittimati da misure che non prevedono alcun contrasto sul piano nazionale, ed uguali per tutti. Particolarmente qui nel Mezzogiorno, ed in Calabria dove questi fenomeni sono da considerarsi strutturali in un’economia produttiva non proprio sana”, attacca il sindacato.
Come Fiom Cgil Calabria – conclude – “siamo già pronti a mobilitarci
, insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori del comparto metalmeccanico calabrese, per impedire misure che porterebbero ad ancor più drammatiche disuguaglianze, ad aumentare i divari ed a ridurre le risorse necessarie per garantire lo sviluppo della regione e dei suoi cittadini. E lo faremo a partire dalla mobilitazione unitaria, già prevista per il prossimo 20 maggio a Napoli, giornata in cui manifesteremo contro il carovita, per un fisco più progressivo, per maggiori finanziamenti e investimenti su sanità, welfare e istruzione, per politiche industriali capaci di affrontare la transizione energetica e digitale, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, e dunque contro le manovre dell’attuale governo Meloni”.