PAOLA (Cs) – Un processo penale simulato con quattro ragazzini “imputati” e un loro coetaneo “parte civile”, che ha vestito i panni di “vittima” di bullismo, si è svolto stamattina presso il Palazzo di Giustizia di Paola, sulla costa tirrenica cosentina, nell’ambito di una attività di alta valenza formativa legata ai temi di bullismo, cyberbullismo e, più in generale, educazione alla legalità, rivolta alle scuole.
Il progetto, dal titolo “Ciak…un processo simulato per evitare un vero processo”, ha visto protagonisti 27 alunni dell’Istituto Comprensivo Statale scuola secondaria di primo grado “Padre Giuseppe Puglisi” di Belvedere Marittimo.
L’attività formativa, proposta dalla dirigente scolastica Maria Bonanata, è stata organizzata e gestita dalle docenti referenti Maria Luisa Palermo e Maria Del Carmen Belvedere con lo scopo di arricchire ed ampliare l’offerta formativa del progetto di “Educazione alla Legalità – Strategie per combattere il bullismo e il cyberbullismo”
I ragazzi delle classi seconda e terza, dunque, sono entrati dentro una vera e propria aula di giustizia, presso il Tribunale di Paola, partecipando ad un rilevante momento di formazione, grazie anche alla partecipazione e consulenza di un giudice onorario, un giudice del Tribunale dei minori, un avvocato penalista, ma anche cancellieri ed operatori giudiziari, nonché il tecnico del suono.
Ne è nata la fedele riproduzione di un processo curato nei minimi particolari, dove i quattro compagni “imputati”, accusati da un pubblico ministero della loro età, sono stati giudicati per aver “violato” le leggi penali, bullizzando – secondo l’originale simulazione ai fini formativi – un coetaneo di origini straniere, immigrato, adottato in Italia.
Coordinati dagli esperti, che di volta in volta intervenivano con indicazioni e consigli, i ragazzi hanno quindi seguito le varie fasi di un dibattimento, acquisendo elementi utili circa ruoli e responsabilità delle parti di un pubblico processo penale, nonché le regole cristallizzate nei codici e i fatti oggetto di reato vagliati da un giudice, nell’ambito del contraddittorio tra le parti, fase che porta alla formazione della prova.
Una gran bella esperienza, durata circa quattro ore, che ha coinvolto e appassionato tutti ed ha reso maggiormente consapevoli gli adolescenti, i quali hanno certamente compreso che anche i minori devono osservare leggi e regole per evitare di ledere l’altrui diritto e, quindi, cacciarsi nei guai. (g. s.)