ACQUAPPESA (Cs) – Registriamo la presa di posizione della opposizione consiliare (“Cambiamenti”, Mauro Avolio e Sandra Ricco) rispetto al consiglio comunale tenutosi nel tardo pomeriggio di ieri nel comune di Acquappesa che al punto 2 con all’ordine del giorno la “Sospensione efficacia del regolamento riguardante la disciplina dei contratti di utilizzo delle acque termali delle Terme Luigiane di Acquappesa e Guardia Piemontese”, approvato a maggioranza (https://www.calabriainchieste.it/2023/04/22/il-consiglio-comunale-di-acquappesa-approva-il-protocollo-sulle-terme-luigiane/).
Le minoranze, infatti, intervengono con una nota per evidenziare le osservazioni che ne motivavano il proprio voto contrario.
Il punto all’ordine del giorno consiste nella proposta di deliberazione del consiglio comunale relativamente alla “sospensione dell’efficacia del regolamento riguardante la disciplina dei contratti di utilizzo delle acque termali delle Terme Luigiane di Acquappesa e Guardia Piemontese”.
“In realtà – a parere delle minoranze – si dovrebbe procedere alla sospensione dell’esecutività della delibera consiliare n. 29 del 24.11.2020 con la quale è stato approvato detto regolamento. L’esecutività e quindi l’efficacia del regolamento è derivata dall’approvazione dello stesso, mediante la suddetta delibera. Pertanto, il regolamento potrà essere sospeso solo se viene sospesa la delibera nella quale lo stesso è contenuto, la sua esecutività e di conseguenza la sua efficacia”.
La esecuzione dell’atto amministrativo, inoltre, “può essere sospeso, in virtù dei principi generali dettati in materia, in particolare dall’art. 21, 2° comma della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e successive modifiche, ricorrendone solo “gravi ragioni”, e “per il tempo strettamente necessario”, condizioni entrambe che non si riscontrano nella proposta di sospensione. Nel caso specifico si procede alla sospensione del regolamento per 12 anni, termine assolutamente contrario ai dettami normativi.
“La sospensione di ben 12 anni del suddetto regolamento – ribadisce il consigliere Mauro Avolio – non risponde a nessun tipo di logica. La sospensione di un atto amministrativo prevede che lo stesso, appunto, rimanga sospeso per il periodo di tempo indicato nell’atto che ne dispone la sospensione. Decorso tale termine, l’atto amministrativo -inizialmente sospeso- riacquista efficacia, senza necessità di ulteriori formalità, ovvero di provvedimento esplicito che ne sancisca la reviviscenza”.
In effetti, far riacquistare efficacia ad un regolamento a distanza di 12 anni è, a detta dei consiglieri, “assolutamente illogico“.
“Tra 12 anni – continua Avolio – potrebbero mutare condizioni, necessità tali da poter ritenere senz’altro, questo regolamento anacronistico. Si sarebbe dovuto procedere non tanto alla sospensione, ma alla revoca e/o annullamento del regolamento. In sede di approvazione del suddetto regolamento, il gruppo Cambiamenti, ha espresso voto contrario all’approvazione, e lo ha fatto, come di consueto, entrando nel merito e spiegando in maniera dettagliata (circostanza facilmente verificabile dagli atti) quali erano le criticità del regolamento stesso”.
Ma v’è dell’altro.
“Oltretutto – proseguono – ha espresso voto contrario, non immediatamente e per puro spirito di “opposizione”, bensì solo dopo aver ricevuto netto rifiuto da parte della maggioranza alla richiesta di voler rimandare ad altra seduta l’approvazione del regolamento, richiedendo maggior tempo per meglio lavorare ed approfondire molti aspetti sul suddetto atto al fine di approfondire le tematiche e rivolgendosi anche, se necessario, a consulenti esperti del settore, al fine di predisporre un regolamento, data l’importanza dello stesso, il più possibile puntuale, preciso e idoneo allo scopo.
“Il nostro voto sarà contrario alla sospensione del regolamento sia perché riteniamo non corretto l’iter procedurale per come già evidenziato prima e sia perché il suddetto regolamento è stato posto a fondamento di tutte le scelte e di tutte le fasi della vicenda, ormai nota come “questione termale”, con particolare riferimento agli avvenimenti degli ultimi due anni, ma soprattutto perché siamo stati sempre e continueremo ad esserlo, contrari ad un qualsivoglia sistema di affidamento diretto, soprattutto in questo caso ove si è anche in attesa di ulteriori pronunce giudiziali”.
“Anche i due bandi o pseudo tali, sono stati redatti, pubblicati ed esperiti in virtù di tale regolamento che ha determinato effetti giuridici e posizioni sui quali la sospensione dello stesso potrebbe incidere determinando conseguenze pregiudizievoli e gravi responsabilità. Responsabilità che necessariamente dovranno gravare su coloro i quali, a tutti i costi, ignorando suggerimenti e consigli, ma soprattutto proposte hanno approvato quel regolamento, nonostante questo gruppo avesse anticipato le criticità e le conseguenze che oggi puntualmente si stanno verificando.>> .
Per quanto riguarda il punto 3, ossia “Protocollo di Intesa Regione Calabria, Terme Sibarite spa, Comune di Acquappesa Guardia Piemontese – Presa d’atto e approvazione”, le osservazioni del gruppo Cambiamenti sono sia di natura giuridico-amministrativa che politica.
Eccole: “Un protocollo di intesa – spiega Sandra Ricco – è un accordo tra le parti che non ha valore vincolante, non esprime alcun vincolo contrattuale, ma una semplice convergenza di interessi, e considerato, che si tratta di mero atto politico programmatico, oggi si chiede a questo Consiglio una “presa d’atto” e una “approvazione” circa l’esistenza di un provvedimento che rientra nelle competenze di altri. Non possiamo approvare e non lo faremo un documento a cui si è giunti, senza la partecipazione, non solo dei gruppi di minoranza, ma anche della popolazione stessa”.
Non solo. “Il protocollo di intesa è stato sottoscritto, addiritura, mesi fa, ovvero, quando il regolamento sull’utilizzo delle acque termali, di cui oggi si è chiesta la sospensione, era perfettamente valido ed efficace“.
“Pertanto, quel protocollo “è stato firmato in totale spregio ed in contrasto al regolamento stesso, rinnegando tutti quei principi e tutte le motivazioni che hanno spinto voi a compiere azioni illegittime, così come sancite dal Tar, quali l’abolizione del monopolio, l’eliminazione di comportamenti anticoncorrenziali”.
Il rischio è che, secondo la minoranza, “proprio per non rispettare le regole, le conseguenze potrebbero essere disastrose. Quello che Cambiamenti ha chiesto sin dall’inizio è stata: “trasparenza e legalità in questa vicenda, entrambe disattese”.
“E’ inutile – continua Sandra Ricco – che si sbandieri questo protocollo di intesa come un atto o evento storico. Intanto non è stato reso pubblico, neppure all’incontro tenutosi con la cittadinanza alla quale non è stata neppure fornita una copia di questo protocollo, al fine di poter porre le giuste domande, in seno a quell’incontro”.
“In quell’incontro, infatti, si è parlato di una percentuale spettante ai Comuni sul fatturato derivante dallo stabilimento “Thermae Novae” al raggiungimento di 2 milioni di euro pari al 5%, mentre nel protocollo d’intesa si legge 0,5%. C’è un pò di differenza! Si è dati come già in cassa un finanziamento di 540 mila euro, mentre ne è stata fatta solo richiesta e la Regione ha semplicemente risposto ” prendiamo atto della richiesta”.
“Si è dato come già in cassa le 700 mila euro promesse da un ex consigliere regionale, oggi senatore e già pronti i progetti per i lavori da effettuarsi, addirittura, tra qualche giorno. Tutti dati dichiarati, ma dei quali non c’è corrispondenza in nessun atto. Nessuna somma presente nei conti del Comune, nessun progetto e neppure incarico è stato conferito per gli imminenti lavori”.
“Che nessun membro della minoranza sia contrario ad una gestione nuova delle Terme lo dimostra il fatto che ci sono già stati. Numerosi incontri con il Presidente della società attuale gestore, al quale sono state espresse ed accolte idee per migliorare ed incentivare immediatamente l’afflusso turistico“, conclude.