La commemorazione del 25 aprile

La segreteria regionale Cgil Calabria

ribadisce la necessità di dire no all’autonomia differenziata, e quella di commemorare il 25 aprile. «Oggi più che mai è, non solo doveroso, ma anche necessario commemorare il 25 aprile. L’ anniversario della Liberazione del nostro Paese, il sacrificio di quanti sono stati impegnati nella Resistenza, le conseguenze della dittatura fascista prima e del suo asservimento al nazismo, sono parte integrante della storia italiana e dei principi cardine della Costituzione».

E, ancora: «I tentativi di svilirne il significato da parte del centrodestra, i continui tentativi di revisionismo storico, sono campanelli di allarme che si affiancano a provvedimenti del governo che sembrano volere riportare l’Italia indietro. È importante allora più che mai che questo sia un 25 aprile di Resistenza, Antifascismo e valorizzazione della nostra Carta Costituzionale. Ma anche un 25 aprile di pace e libertà, di speranza per il Sud e per il lavoro».

Ecco perché «ribadiamo la nostra opposizione all’autonomia differenziata, un disegno che mina alle fondamenta l’unità del Paese riducendolo ad un assembramento di “statarelli” e lasciando indietro il Sud. Su temi come la sanità, la scuola, i trasporti si creerebbe una secessione di fatto, veri e propri strappi e un impoverimento progressivo dei territori che porterebbe ad un aumento dell’emigrazione e dello spopolamento premiando chi ha maggiori risorse.

A proposito dell’idea di Paese che il governo cerca di propinare, «non possiamo non stigmatizzare come lo stesso vocabolo sia sempre meno usato dal centrodestra a favore di termini privilegiati dal Ventennio come quello di “nazione”, nel nome del quale il ministro dell’Agricoltura parla dell’immigrazione come un tentativo di “sostituzione etnica”. Noi che in Calabria abbiamo vissuto la tragedia di Cutro non possiamo che inorridire di fronte all’idea stessa e all’uso di termini propri della cultura nazista, intrisi di razzismo e logiche lontane dalle fondamenta del nostro Paese».

Ecco perché come Cgil «riteniamo che ci sia la necessità di una lotta antifascista quotidiana, a favore di un Paese democratico, unito e accogliente, basato su un lavoro governato da logiche sane. Che sia 25 aprile sempre».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it