L'evento promosso dall'amministrazione comunale

AMANTEA – E’ giallo sull’autorizzazione inviata dal Pd al sindaco e alla giunta di Amantea di poter curare gratuitamente piazza della Resistenza e lasciata inevasa dagli amministratori; così come il diniego di poter svolgere un evento in occasione del 25 aprile. Per il Pd da parte della maggioranza in carica solo tanta indifferenza e, soprattutto, senza alcuna spiegazione valida. Eppure, entrambe le iniziative andavano a beneficio della collettività.  

«Abbiamo atteso la conclusione delle celebrazioni per il 25 aprile – scrive il Partito democratico cittadino, di cui è segretario Enzo Giacco – per portare all’attenzione delle cittadine e dei cittadini una vicenda alquanto singolare.
In data 5 agosto 2022, infatti, abbiamo offerto la disponibilità a prenderci cura di piazza della Resistenza. Con la medesima Pec – con l’obiettivo, come fatto negli ultimi anni, di affrontare il tema della partecipazione diretta di cittadini del Comprensorio alla lotta di Liberazione (e rendere noti i nuovi elementi emersi) – abbiamo chiesto l’autorizzazione a svolgere una iniziativa in data 25 aprile 2023, presentando un programma di massima. Non avendo ricevuto alcun cenno in merito, in data 21 marzo 2023 abbiamo inoltrato un sollecito».
Un mese dopo, il 20 aprile, «riceviamo finalmente una risposta a firma “Comune di Amantea” con la quale ci viene comunicato il diniego all’autorizzazione per il 25 aprile in quanto lo stesso giorno è stata autorizzata “dalle ore 09.00 alle ore 12.00 una manifestazione similare richiesta antecedentemente”».

Assai curioso, poi, è il seguito della missiva con cui «“si fa presente che la comunicazione del 5/ agosto 2022 non ha avuto esito istruttorio”. Troviamo doveroso soffermarci su questo testo che pone anche una serie di interrogativi».
Innanzitutto, è bene precisare che «il 5 agosto scorso non è stata presentata alcuna comunicazione; bensì, una richiesta. E, inoltre, che la nostra Pec del 21 marzo sollecitava una risposta a quella di agosto. Assolutamente originale è, poi, la trovata del mancato esito istruttorio. Una espressione che nel diritto amministrativo non ha alcun significato. Sa tanto di tentativo di scaricare la responsabilità verso qualche ufficio che non “avrebbe” istruito la richiesta. Ma – ci domandiamo – se la Pec era indirizzata a Sindaco e Giunta per quale ragione “non ha avuto esito istruttorio”?».

E, ancora, «se quella del 21 marzo non è altro che un sollecito della richiesta formulata in data 5 agosto che senso ha – nella ratio del procedimento amministrativo – dare un esito negativo a questo e non istruire, invece, la richiesta? Si è preferito liquidare la richiesta quando si sarebbero potute prendere in considerazione diverse opzioni. Autorizzare, ad esempio, il Pd per la seconda parte della mattinata, visto e considerato che l’evento autorizzato – al quale non abbiamo voluto far mancare la nostra presenza – si è svolto nel tempo record di mezzora (prima delle 10.30 era terminata, quasi un adempimento). Concedergli una iniziativa pomeridiana. Promuovere una manifestazione comune, nello spirito unitario del 25 aprile. Nulla di tutto ciò». Ecco perché «riteniamo utile comprendere cosa sia realmente accaduto. Per farlo, crediamo che alcuni quesiti debbano ricevere una urgente risposta. Perché la Pec prot. n. 17266 del 05.08.2022 in otto mesi “non ha avuto esito istruttorio”? Di chi è la responsabilità? Qual è il quadro cronologico delle richieste di autorizzazione pervenute al protocollo dell’Ente per il 25 aprile? Perché si è preferito negare l’autorizzazione al Partito democratico?».

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