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Infortuni e occupazione: «In Calabria altre 4.021 persone rischiano di perdere il lavoro»

Decessi: Crotone la provincia più a rischio. Cosenza: primato negativo a livello regionale

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COSENZA-REGGIO CALABRIA – «Troppi dati negativi su sicurezza, occupazione, salari, anche se qualche miglioramento si avverte».

Un 1° Maggio in «chiaroscuro» quello da “festeggiare” domani, secondo quanto emerge dai dati del Report 2022 del sindacato Ugl “La Sicurezza nei e sui luoghi di lavoro”, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sull’importanza di attivare concretamente sui territori la prevenzione degli infortuni.

Secondo analisi e comparazioni statistiche del Centro Studi e Comunicazione del sindacato confederale, commissionati dalla segretaria regionale dell’Ugl Calabria, la nostra Regione presenta «elementi di forte criticità, e si posiziona nella “parte alta” della graduatoria per maggiore rischiosità: 42,2 infortuni mortali per milione di addetti, 5 punti sopra la media nazionale, la Calabria è infatti all’8° posto».

In valori assoluti, i casi sono 22 su circa 521mila occupati.

La provincia più a rischio è Crotone, al 7° posto nazionale, 72,8 punti, 3 infortuni mortali per 41mila occupati.

Cosenza è al 18° posto (56,7 per 194mila addetti), ma è la 1ª nella Regione per valori assoluti (11 infortuni mortali).

Poi Catanzaro (44ª, 37,8 con 4 accadimenti e circa 106mila occupati) e Vibo Valentia (70ª, 25 punti, 1 infortunio mortale e 40mila occupati) e, infine, Reggio Calabria (77ª, 21,5 punti, 3 infortuni mortali e quasi 140mila occupati)».

Alla manifestazione nazionale “Viaggio nel futuro” che si terrà a Napoli domani – a cui interverranno gli iscritti dell’Unione Regionale del Lavoro della Calabria  con una folta rappresentanza dell’Utl di Cosenza – saranno illustrate anche le cifre relative al mercato del lavoro.

L’anno scorso, 4 giovani su 10 in Sicilia, Campania e Calabria erano disoccupati.

Uno dei tassi peggiori dell’UE secondo le statistiche di Eurostat per il 2021, pubblicate a marzo scorso.

In base a stime prudenziali che si spera vengano smentite, in Calabria i disoccupati passeranno da 88.226 e 92.247. Altre 4.021 persone rischiano di perdere, il lavoro, il 4,6% in più rispetto al 2022.

Maglia nera Cosenza: 1883 (+5,3%) i disoccupati in più, 11ª provincia in Italia.

Solo apparentemente meglio a Catanzaro, Reggio Calabria e Crotone, i nuovi disoccupati saranno, 1.019, 445 e 712. In realtà, rispetto alla popolazione residente, la percentuale di disoccupati crescerà di più: a Catanzaro del 5,9% e a Crotone del 7,8%. A Reggio, invece del 2,2%.

Vibo e provincia in ridotta controtendenza, con 38 occupati in più. In ogni caso al di là di questo, l’Italia ha le peggiori retribuzioni in Europa, nel 1960 era il 2° Paese in Europa per maggior potere d’acquisto, oggi siamo terz’ultimi dietro Grecia e Portogallo.

C’è un’enorme contraddizione tra questa situazione e il futuro che attende i giovani che, infatti, vanno via dal nostro Paese perché in non pochi settori non c’è la garanzia rappresentata dal contratto nazionale ed i contratti non vengono rinnovati, per anni, su questo si deve lottare.

Lo documenta il Rapporto Censis-Ugl “Il lavoro è troppo o troppo poco? Restituire valore e dignità al lavoro per superare contraddizioni e paradossi”il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro genera disoccupazione, precariato, povertà anche in chi ha la retribuzione, penalizzando soprattutto i giovani. Allo stesso tempo, per paradosso, le imprese dichiarano di avere difficoltà a rispondere ai fabbisogni occupazionali causa scarsa copertura dei posti. L’obiettivo prioritario deve essere quello di trattenere in Italia forza lavoro e di far coincidere la domanda con l’offerta.

L’Ugl Calabria, su tali problemi chiederà un tavolo di confronto con i presidenti di Giunta regionale, Roberto Occhiuto e Consiglio regionale, Filippo Mancuso e con l’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese.