Una immagine dell'area antistante il Campus dopo il mercato

AMANTEA – Sia dopo il mercatino domenicale che dopo il mercato ortofrutticolo la città di Amantea viene lasciata all’abbandono, sporca e con una immagine indecorosa per un territorio che un tempo fu la “Perla del Tirreno”. Da qui anche l’intervento della consigliera comunale e capogruppo (che di recente ha aderito al Partito democratico),  Emilia Di Tanna.

«La città resta sporca e sembra abbandonata a se stessa. L’amministrazione Pellegrino non risponde alle interrogazioni sulle condizioni dei contratti sullo spazzamento e sulla mancanza di risorse umane adeguate a rendere fruibile il centro cittadino proprio nel ponte del primo maggio. Ogni domenica, dopo il rituale mercatino nella zona antistante la casa comunale, il Campus Temesa, l’intera zona è sempre stata riportata al decoro e alla pulizia così come il mercato ortofrutticolo».

In questi mesi di nuova amministrazione «si è invece verificato più volte il contrario a danno dell’igiene e dell’immagine della nostra città. Ricordo con quanta oratoria è stata “socializzata”, attraverso video, comunicati, post e foto in passato, la pulizia straordinaria del mercato ortofrutticolo, Il fatto è che invece è necessario l’ordinario continuo e costante lavoro di pulizia per mantenere decorosamente il contesto cittadino. I pochi forestieri giunti ad Amantea in questi giorni purtroppo hanno registrato un arretramento, un degrado diffuso, uno stato quasi di abbandono della nostra città. Il Sindaco che stamane usciva dalla casa comunale insieme ai suoi fidati accompagnatori non si è reso conto di una condizione inaccettabile per chi afferma di “aver cambiato la storia di Amantea con una idea nuova? ”

La consigliera Di Tanna pertanto si chiede: «Credo che si avvicini a grandi passi il giro di boa del primo anno di amministrazione: cosa c’è di nuovo? Praticamente nulla. Qual è il grande lavoro svolto da coloro che a fine mese percepiscono i relativi compensi? Gli ex dipendenti addetti allo spazzamento lasciati senza lavoro, con la finta promessa di essere riassunti “a breve”, che avrebbero potuto essere una risorsa necessaria, perché non sono stati più presi in considerazione? Le unità “reddito di cittadinanza” utilizzate dal e per il comune, che compiti svolgono?».

Insomma, «in questo Comune sembra ancora tutto fermo, di nuovo non c’è nulla, solo le parole e l’oratoria ormai sempre più vuota di senso di chi sembra parlare sempre di più alla luna e sempre di meno ai propri cittadini».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it