PAOLA (Cs) – E’ stata programmata per domani, 23 giugno, con inizio ella ore 10.30, presso l’auditorium Sant’Agostino di Paola, la presentazione del libro di Raffaele Della Valle “Quando l’Italia perse la faccia. L’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora” (Luigi Pellegrini editore), conversazione con Francesco Kostner. Coordinerà i lavori il giornalista Alessandro Pagliaro. La presentazione dell’opera – la cui prefazione è stata curata da Salvo Andò e la postfazione a Santo Emanuele Mungari – sarà preceduta dai saluti di Giovanni Politano, sindaco del comune di Paola; Gianfranco Parenti, presidente dell’Ordine degli avvocati di Paola; Massimo Zicarelli, presidente della Camera penale di Paola “Enzo Lo Giudice”; Sabrina Mannarino, Camera penale di Paola “Enzo Lo Giudice”, consigliere regionale della Calabria.
Interverranno: Luca Palamara, magistrato e autore del libro “Il sistema”; Giovanni P. Bernini, ex presidente del consiglio comunale della città di Parma, autore del libro “Colpo al sistema”; Mario Caterini, docente ordinario di diritto penale presso l’università degli studi della Calabria; Gino Perrotta, componente del Collegio dei probiviri, camera penale di Paola “Enzo Lo Giudice”. Le conclusioni sono state affidate a Giuseppe Bruno, Camera penale di Paola “Enzo Lo Giudice”; Raffaele Della Valle, autore del libro; Francesco Kostner, giornalista e autore del libro.
L’avvocato Raffaele Della Valle ha pubblicato, insieme al giornalista Francesco Kostner, il libro-intervista dedicato ad Enzo Tortora, che il penalista difese nella vicenda giudiziaria in cui il presentatore televisivo fu coinvolto nel 1983. Tortora fu accusato di appartenenza alla “Nuova camorra organizzata” di Raffaele Cutolo e di avere svolto un ruolo di primo piano nel traffico di droga gestito dall’organizzazione criminale napoletana. «Responsabilità gravissime e infamanti –aveva riferito in passato il penalista all’atto della presentazione della pubblicazione – apparse subito prive di fondamento (Giorgio Bocca definì il caso ‘il più grande esempio di macelleria giudiziaria del nostro Paese’), ma che non impedirono la condanna in primo grado di Tortora a dieci anni di reclusione. Un’assurda e indimostrata impalcatura probatoria che cadde miseramente nel processo d’appello, conclusosi il 15 settembre del 1986, per poi essere definitivamente smentita dalla Corte di Cassazione, che confermò la sentenza di secondo grado».
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