PAOLA (Cs) – «Incontreremo nuovamente il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per interloquire sul riordino della rete ospedaliera regionale, con particolare attenzione rivolta verso l’Ospedale San Francesco».
E’ quanto fa sapere l’amministrazione comunale di Paola dopo le anticipazioni sul nuovo piano di rete ospedaliera che vede il trasferimento della chirurgia dal San Francesco di Paola al nosocomio Iannelli di Cetraro, quindi lo smantellamento e l’affossamento dell’ospedale paolano.
La notizia era apparsa su queste colonne già due mesi fa e da settimane sono in atto proteste popolari e politiche, ma non istituzionali, e ora si è giunti a una sintesi.
«Da giorni, in silenzio, lontano dai riflettori della campagna elettorale e attraverso il dialogo istituzionale – spiegano dal Comune di Paola – abbiamo sentito lo stesso commissario della sanità calabrese e i vertici dell’Asp di Cosenza. Sebbene non ci sia ancora nulla di stabilito, abbiamo ricevuto – ancora una volta – rassicurazioni», si legge nella nota.
L’amministrazione Politano, tuttavia, offre delle timide rassicurazioni, come a voler mettere le mani avanti, come se avesse ricevuto già comunicazioni ufficiali da Asp o Regione, verosimilmente tramite l’assessore alla sanità, Antonio Logatto, dipendente della medesima Azienda sanitaria cosentina e quindi a contatto con il manager Antonio Graziano.
«Nel presidio ospedaliero di Paola – rivelano dal Comune – sarà comunque possibile effettuare operarazioni di chirurgia, tenendo conto della logistica sanitaria dello Spoke Paola-Cetraro e sulla quale la politica non può e non deve fare pressioni».
L’amministrazione comunale della città di Paola guidata dal sindaco, Giovanni Politano, così prosegue: «Partendo dal presupposto che sulla sanità non possono esistere campanilismi e che l’Ospedale di Paola non perderà nel corso del tempo nessun reparto, la volontà del presidente Occhiuto è quella di potenziare i servizi e non di spostare i reparti».
Com’è noto, infatti, secondo il nuovo piano Paola perderebbe l’intero polo chirurgico, ma conserverebbe, a titolo di mero contentino, i reparti, divenendo una sorta di bed&breakfast.
«Comprendiamo la preoccupazione dei cittadini liberi che bene fanno a manifestare il loro disappunto – prosegue l’amministrazione Politano – ma è finita l’era dei reparti da spostare, così come è conclusa la politica dell’orticello da coltivare a danno degli altri. Bisogna ampliare la prospettiva. La sanità non si cambia con i vecchi metodi».
E ancora: «Grazie anche al lavoro di questa amministrazione comunale, del sindaco e dell’assessore alla sanità, dott. Antonio Logatto, potenzieremo il San Francesco in un’ottica di implemento dell’offerta sanitaria di tutto il Tirreno Cosentino e lo faremo senza futili campanilismi, ormai superati».
La maggioranza rende noto inoltre quanto segue: «Siamo in una fase preliminare, ma l’ospedale San Francesco – che nessuno vuole svendere – potrebbe presto attivare il reparto dell’emodinamica».
V’è da dire, a tal proposito, che l’Emodinamica era già attiva, ma la stessa politica regionale del presidente Occhiuto ha smantellato dall’oggi al domani, senza ragione alcuna. Non si tratterebbe, dunque, eventualmente, di “attivazione”, ma di doverosa “riattivazione”
Ma andiamo avanti. L’amministrazione prosegue: «L’oncologia sarà potenziata. Sarà possibile avere anche una Stroke Unit per intervenire sugli Ictus. Resta Chirurgia, resta il pronto soccorso e abbiamo anche pista per atterraggio elisoccorso».
«La vera sfida da affrontare – sottolinea – sarà trovare i medici e il personale per far funzionare i reparti e fornire adeguati servizi, altro che spostamenti».
L’amministrazione annuncia pubblicamente: «Insieme all’assessore con delega alla Sanità, Antonio Logatto, chiederemo al Presidente Occhiuto di valutare se esistono le condizioni – magari mediante fondi del PNRR – per realizzare un unico e nuovo ospedale dove poter ospitare tutte le branche specialistiche. La sanità non può essere legata alla politica, bisogna guardare al futuro. Puntiamo in grande».
Ora, a prescindere da promesse e buoni propositi, che in Calabria lasciano sempre il tempo che trovano, si attende di capire se i posti di chirurgia resteranno a Paola o saranno trasferiti, confermando – in tale ultima ipotesi – che da mesi è in atto un grande imbroglio con l’ausilio di collaborazioni di questo territorio.